Mentre cresce il numero di università e istituti superiori occupati, alle elementari si organizzano merende di protesta. Per i bimbi la Gelmini è "una signora con gli occhiali che comanda le scuole italiane"
di Chiara Ribichini
La protesta contro il decreto 137 e la legge 133 (che prevedono, tra l’altro, il ritorno del voto in condotta e i tagli alla scuola) si allarga a macchia d’olio. Università e istituti superiori occupati, lezioni en plein air, sit in davanti ai palazzi della politica, 300 manifestazioni in 23 giorni . E le scuole elementari? Cosa accade oggi lì dove tutto era iniziato, con le maestre con il lutto al braccio nel primo giorno dell’anno scolastico e gli striscioni “Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini”? Le contestazioni continuano, con iniziative innovative, come le notti bianche o le merende di protesta.
Milano, giovedì 23 ottobre ore 16:30, zona Lambrate (quartiere popolare nel nord-est della città). Nella bacheca al di fuori della scuola elementare Elsa Morante un manifesto dal titolo “No ai tagli no al maestro unico”. I genitori attendono i bambini fuori dal cancello. Uno di loro, con un megafono, invita tutti a restare per la merenda di protesta contro il maestro unico.
Nel cortile c’è un tavolo con barattoli di cioccolata spalmabile e fette di pane, acqua e qualche biscotto. Su un banchetto, proprio sulla soglia del cancello, si raccolgono firme contro il decreto Gelmini. “Cerchiamo di promuovere l’informazione” spiega Luca Sattin, il presidente del Consiglio del Circolo di via Pini, che comprende 3 scuole elementari. “Abbiamo già fatto un’assemblea invitando un rappresentante di Retescuole a spiegare ai genitori cosa sta succedendo. Il decreto legge 137 è scarno e approssimativo. Opta per la semplificazione, l’unico obiettivo è il taglio di risorse”.
I genitori discutono con le maestre, si confrontano, osservano incuriositi. Qualcuno resta e firma, qualcuno torna a casa. “Io sono assolutamente d’accordo con il maestro unico”, ci dice Francesca, nonna di un bimbo. “Ho due nipoti che studiano in Inghilterra, dove hanno un solo insegnante. Quella è una scuola seria. I ragazzi che protestano sono solo politicizzati”. Tra la maggior parte dei genitori, però, si respira una generale preoccupazione. “Ho paura che tolgano il tempo pieno. Non c’è chiarezza su questo punto, non si capisce chi terrà questi bambini” ci dice Letizia, che ha adottato 3 bambini russi. Le mamme sono invece tutte d’accordo sul ritorno del grembiule. “Per una questione di igiene, perché così i bambini si sporcano meno i vestiti e noi abbiamo meno panni da lavare”. Ben diverso il parere dei più piccoli. “Non lo voglio - dice Emiliano, 8 anni - Con quello sembriamo tutti uguali”.
Mentre i genitori si confrontano sul decreto Gelmini, i bimbi costruiscono strumenti musicali per “far baccano” contro il ritorno al maestro unico: tamburelli realizzati con piatti di carta, maracas fatte con lenticchie e bottigliette di plastica.
“Io ho due maestre e voglio tenerle tutte e due - afferma Gabriele, 8 anni - Perché i miei genitori così possono guadagnare”. Gli fa eco il suo compagno di classe Alan: “Se una maestra sa bene l’italiano e non la matematica non può insegnare tutte e due. Con una sola maestra impariamo di meno”. I bimbi sanno che cosa prevede il decreto 137 per la scuola elementare, ne parlano con i genitori e anche con i maestri. Di più: ogni giorno, nella pausa di ricreazione leggono uno dei cartelli esplicativi appesi nel cortile. Strumentalizzazione? “Assolutamente no” risponde Maurizio Marzani, maestro alla soglia della pensione. “E’ giusto che gli alunni, che sono i diretti interessati, sappiano cosa li aspetta. Certo, non li porterei mai in manifestazione. Ma loro sanno perché io il 30 ottobre (giorno dello sciopero generale della scuola, ndr) non farò lezione”. E aggiunge lasciando trapelare la sua amarezza: “Ogni governo ormai da anni intende la scuola come una spesa e non come un investimento. Ma qui siamo di fronte ad un taglio netto della cultura, non solo della scuola”.
Poi, finito l’ultimo barattolo di cioccolata, tutti insieme, bambini genitori e maestri, lanciano un manifesto e dei palloncini con la scritta: “Vogliamo due maestre uniche”. Chi è la Gelmini?, chiediamo ai bambini alla fine della merenda. “Una signora con gli occhiali che comanda tutte le scuole italiane” risponde Andrea, 9 anni.
La protesta contro il decreto 137 e la legge 133 (che prevedono, tra l’altro, il ritorno del voto in condotta e i tagli alla scuola) si allarga a macchia d’olio. Università e istituti superiori occupati, lezioni en plein air, sit in davanti ai palazzi della politica, 300 manifestazioni in 23 giorni . E le scuole elementari? Cosa accade oggi lì dove tutto era iniziato, con le maestre con il lutto al braccio nel primo giorno dell’anno scolastico e gli striscioni “Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini”? Le contestazioni continuano, con iniziative innovative, come le notti bianche o le merende di protesta.
Milano, giovedì 23 ottobre ore 16:30, zona Lambrate (quartiere popolare nel nord-est della città). Nella bacheca al di fuori della scuola elementare Elsa Morante un manifesto dal titolo “No ai tagli no al maestro unico”. I genitori attendono i bambini fuori dal cancello. Uno di loro, con un megafono, invita tutti a restare per la merenda di protesta contro il maestro unico.
Nel cortile c’è un tavolo con barattoli di cioccolata spalmabile e fette di pane, acqua e qualche biscotto. Su un banchetto, proprio sulla soglia del cancello, si raccolgono firme contro il decreto Gelmini. “Cerchiamo di promuovere l’informazione” spiega Luca Sattin, il presidente del Consiglio del Circolo di via Pini, che comprende 3 scuole elementari. “Abbiamo già fatto un’assemblea invitando un rappresentante di Retescuole a spiegare ai genitori cosa sta succedendo. Il decreto legge 137 è scarno e approssimativo. Opta per la semplificazione, l’unico obiettivo è il taglio di risorse”.
I genitori discutono con le maestre, si confrontano, osservano incuriositi. Qualcuno resta e firma, qualcuno torna a casa. “Io sono assolutamente d’accordo con il maestro unico”, ci dice Francesca, nonna di un bimbo. “Ho due nipoti che studiano in Inghilterra, dove hanno un solo insegnante. Quella è una scuola seria. I ragazzi che protestano sono solo politicizzati”. Tra la maggior parte dei genitori, però, si respira una generale preoccupazione. “Ho paura che tolgano il tempo pieno. Non c’è chiarezza su questo punto, non si capisce chi terrà questi bambini” ci dice Letizia, che ha adottato 3 bambini russi. Le mamme sono invece tutte d’accordo sul ritorno del grembiule. “Per una questione di igiene, perché così i bambini si sporcano meno i vestiti e noi abbiamo meno panni da lavare”. Ben diverso il parere dei più piccoli. “Non lo voglio - dice Emiliano, 8 anni - Con quello sembriamo tutti uguali”.
Mentre i genitori si confrontano sul decreto Gelmini, i bimbi costruiscono strumenti musicali per “far baccano” contro il ritorno al maestro unico: tamburelli realizzati con piatti di carta, maracas fatte con lenticchie e bottigliette di plastica.
“Io ho due maestre e voglio tenerle tutte e due - afferma Gabriele, 8 anni - Perché i miei genitori così possono guadagnare”. Gli fa eco il suo compagno di classe Alan: “Se una maestra sa bene l’italiano e non la matematica non può insegnare tutte e due. Con una sola maestra impariamo di meno”. I bimbi sanno che cosa prevede il decreto 137 per la scuola elementare, ne parlano con i genitori e anche con i maestri. Di più: ogni giorno, nella pausa di ricreazione leggono uno dei cartelli esplicativi appesi nel cortile. Strumentalizzazione? “Assolutamente no” risponde Maurizio Marzani, maestro alla soglia della pensione. “E’ giusto che gli alunni, che sono i diretti interessati, sappiano cosa li aspetta. Certo, non li porterei mai in manifestazione. Ma loro sanno perché io il 30 ottobre (giorno dello sciopero generale della scuola, ndr) non farò lezione”. E aggiunge lasciando trapelare la sua amarezza: “Ogni governo ormai da anni intende la scuola come una spesa e non come un investimento. Ma qui siamo di fronte ad un taglio netto della cultura, non solo della scuola”.
Poi, finito l’ultimo barattolo di cioccolata, tutti insieme, bambini genitori e maestri, lanciano un manifesto e dei palloncini con la scritta: “Vogliamo due maestre uniche”. Chi è la Gelmini?, chiediamo ai bambini alla fine della merenda. “Una signora con gli occhiali che comanda tutte le scuole italiane” risponde Andrea, 9 anni.