Crollo Università Cagliari: perizia, troppo peso sul solaio

Sardegna

Sovraccarico per impianto di climatizzazione. Rettore scagionato

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Il solaio dell'ex aula magna della Facoltà di Geologia di Cagliari, crollata un mese fa, era sovraccarico per il peso dei condizionatori dopo i lavori fatti nel 2012. Sarebbe questa - secondo quanto riporta il quotidiano L'Unione Sarda - la prima ipotesi che emerge dalla relazione firmata da Maria Cristina Onnis, ingegnera strutturista, consulente del pm Giangiacomo Pilia.
    Cause che di fatto farebbero uscire di scena sia il rettore Francesco Mola che il direttore generale dell'ateneo Aldo Urru, che all'epoca non ricoprivano alcun ruolo.
    La bozza di relazione - come anticipa L'Unione Sarda - è stata consegnata alle parti. L'esperta della Procura avrebbe individuato come causa dell'evento i mancati controlli sul solaio in occasione degli interventi effettuati nel 2012 per la sistemazione di un impianto a pompa di calore aria-acqua canalizzato, con l'unità esterna posizionata sul tetto e altre 12 unità interne fissate al soffitto e nascoste attraverso un controsoffitto.
    Il pm Pilia ha iscritto 11 persone nel registro degli indagati: oltre al rettore Mola e al Dg Urru, ci sono la dirigente del settore manutenzioni, investimenti e impianti Antonella Sanna e il tecnico nello stesso ufficio Agostino Zirulia; il dirigente dell'ufficio manutenzioni dell'Università di Cagliari Antonio Pillai, i direttori di settore Bruno Concas e Roberto Barreri e i responsabili delle imprese private Alberto Mancosu, Paolo Mancosu, Fabio Vacca e Pier Paolo Cugurra.
    Nelle 27 pagine di consulenza predisposte dall'ingegnera Onnis, si punta l'indice sui lavori del 2012 e del 2019, effettuati a suo dire senza opportuni controlli sul solaio. Per la consulente solo i tecnici avrebbero responsabilità, non le imprese che eseguirono i lavori seguendo le indicazioni. Due, dunque, le persone segnalate al pm Pilia dalla consulente: l'ingegner Antonio Pillai (nel ruolo sia di dirigente del settore sia di progettista di alcune opere sia di Rup) e il geometra Bruno Concas, direttore dei lavori eseguiti nel 2012 e nel 2019. Tutti gli altri, per la consulente del pm, non avrebbero responsabilità e le loro posizioni potrebbero essere archiviate già nei prossimi giorni.

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