Sanità: carenza medici, Nieddu chiamato in Commissione

Sardegna

Saiu (Lega), reclutare professionisti dove c'è più necessità

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Dopo i botta e risposta tra l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e l'esponente dell'opposizione Francesco Agus, sulla situazione della sanità e in particolare sulla carenza dei medici nell'Isola, c'è attesa per l'appuntamento di giovedì 27 ottobre, alle 10, con la seduta della commissione Sanità del Consiglio regionale. Prevista l'audizione proprio dell'assessore Mario Nieddu e dei direttori generali dell'assessorato e di Ares.

Sono molti i punti all'ordine del giorno, Nieddu illustrerà le delibere di Giunta su case e ospedali di comunità, accreditamento provvisorio delle strutture sociali, formazione di operatori sanitari, scolastici e famiglie di persone affette da disturbi dell'apprendimento, programmazione e parametri delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita e riconoscimento del valore sociale ed educativo degli oratori. Con i manager si parlerà anche di reclutamento del personale, concorsi e sedi vacanti.

"I concorsi devono servire a portare i medici dove c'è più necessità". Sulla questione interviene anche Pierluigi Saiu, capogruppo della Lega e componente della commissione Salute e Politiche sociali del Consiglio regionale, che ha richiesto la presenza dell'assessore e dei vertici Ares in commissione per tentare di sbrogliare la matassa. "Il problema più grave, oggi - sostiene Saiu - è quello di un reclutamento del personale medico che tende ad avvantaggiare i poli di Cagliari e Sassari, impoverendo gli altri presidi sanitari e mettendo in crisi il funzionamento di interi reparti.

Senza l'introduzione di un meccanismo correttivo serio - prosegue il capogruppo - ci troveremo con interi ospedali paralizzati". Per il capogruppo della Lega i concorsi "non possono essere uno strumento anarchico attraverso cui si svolgono mobilità mascherate. Se si vuole garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini sardi - chiarisce - si deve procedere per priorità. Oggi la priorità è quella di garantire il funzionamento dei reparti e quindi il reclutamento deve svolgersi sulla base di un meccanismo che muova dal grado di sofferenza delle unità operative: prima quelle più in difficoltà". 

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