Caro bollette: Coldiretti, agricoltura in rosso per rincari

Sardegna
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Crollano acquisti delle materie prime a rischio le coltivazioni

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"È SOS nelle campagne sarde che rischia di ridurre le lavorazioni dei campi a causa dei rincari energetici". È l'allarme lanciato da Coldiretti Sardegna sugli effetti della crisi energetica in agricoltura dove più di una azienda su dieci (13%) è in pericolo di chiusura, secondo il Crea.
    Calano del 14%, infatti, gli acquisti di trattori nelle campagne italiane dove si taglia anche del 30% l'uso dei fertilizzanti a causa dei rincari energetici che mettono a rischio la produttività dei raccolti Made in Italy e le forniture alimentari degli italiani. Le trattrici con pianale di carico perdono il 21,5% e i rimorchi il 9,5% secondo Federunacoma. A pesare sul settore è anche l'aumento del costo dei fertilizzanti, che in un anno è più che raddoppiato. In particolare - continua la Coldiretti - l'urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai - Consorzi Agrari d'Italia, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata.
    "Un vero paradosso per le campagne sarde nell'anno tra l'altro in cui la guerra ha fatto emergere ancora di più l'importanza di coltivare i campi - sostiene Coldiretti - La Sardegna già importa ogni anno circa 550mila tonnellate di grano equivalenti a circa 180mila ettari di cereali, mentre i campi coltivati si riducono. Basti pensare che adesso nell'isola si coltivano solamente 30mila ettari a grano mentre nel 2004 gli ettari erano circa 100mila". Per questo Coldiretti Sardegna con l'Anbi Sardegna, l'associazione dei sette Consorzi di Bonifica sardi, ha presentato in Regione il progetto Ri-coltiviamo la Sardegna, un grande progetto di rilancio per la coltivazione delle terre a partire da quelle infrastrutturate per l'irrigazione oggi sottoutilizzati (si coltiva solo il 30 per cento di queste terre, circa 63mila su 195mila). Un progetto che prevede i contratti di filiera tra mondo agricolo e zootecnico garantendo un prezzo equo e sostenibile al produttore e al consumatore, che costerebbe alle casse pubbliche circa 20 milioni di euro prevendendo un incentivo di 200euro ad ettaro, ma con importanti ricadute reali. Un intervento che incide concretamente sul caro prezzi, garantendo un alimento sano e sicuro agli animali e sottraendo all'abbandono migliaia di ettari di terra. Il Pnrr tra l'altro prevede 1,2 miliardi per i contratti di filiera.
   

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