Maratona tv per nuovo Parlamento a 104 anni

Sardegna

"Fascismo? E' morto prima di La Russa. La guerra è un orrore"

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di Maria Giovanna Fossati

Classe 1918, quattro figli, tre nipoti, una pronipote, una salute invidiabile e in tasca la patente appena rinnovata per poter guidare la sua Fiat 600 parcheggiata davanti alla sua abitazione. In questi giorni ha seguito con attenzione l'insediamento del Parlamento: ieri con l'elezione del nuovo presidente del Senato e oggi con quella del più alto scranno alla Camera. Sebastiano Maccioni, 104 anni, ingegnere, parla dalla sua casa di via Gialeto, a Nuoro, dopo una mattina passata tra l'edicola per comprare i giornali, "di cui - racconta all'ANSA - sono un accanito lettore", il bar Cambosu, "dove mi attendono i miei amici", e il market per la spesa quotidiana. Ieri e oggi, però, rientrato dai suoi impegni, ha acceso la televisione per vedere l'avvio della XIX legislatura.
    "Passo la mia giornata a leggere giornali e libri, per le cose che succedono in diretta mi aggiorno con la tv - conferma l'ultracentenario - Mi ha fatto piacere vedere Liliana Segre che ha presieduto la seduta in Senato, una donna che stimo tantissimo, e ho assistito all'elezione del presidente Ignazio La Russa. Dicono che sia fascista, ma io credo che il fascismo sia morto prima della nascita di La Russa. Questo Governo - chiarisce - lo giudicherò per quello che fa".
    La vita di Sebastiano agli inizi non è stata facile: in casa erano dieci figli, il padre agricoltore con pochi mezzi, ma lui riuscì lo stesso a conseguire due diplomi e due lauree: "Presi prima il diploma alle magistrali ma amavo la matematica, quindi studiai da privatista e ottenni la maturità scientifica. A Cagliari mi iscrissi a Matematica e mi laureai anche se il mio pallino era fare ingegneria. Fui richiamato in guerra ma alla fine riuscii ad iscrivermi in Ingegneria a Pisa dove mi laureai nel 1947. Poi ho insegnato sia alle scuole superiori che all'Università di Cagliari, ma ho esercitato sempre la mia professione di ingegnere costruendo strade, ponti e case, un mestiere che ho molto amato". L'ingegner Maccioni è di fede politica sardista, per lungo tempo iscritto al partito Repubblicano e non ha mai mancato un voto: "Il voto è un diritto e lo dobbiamo esercitare sempre", dice convinto.
    Ora guarda al mondo con preoccupazione tra pandemia e guerra: "La guerra io l'ho conosciuta, è un orrore, la cosa più brutta che l'uomo abbia inventato. Nel 1941 fui richiamato sotto le armi e avevo finito di frequentare il corso per ufficiali a Pavia. Stavo rientrando verso casa e mi trovavo a Civitavecchia per l'imbarco quando gli alleati bombardarono e distrussero il porto - ricorda - Mi salvai per miracolo rifugiandomi sotto un pilastro di un palazzo che resistette al crollo degli appartamenti soprastanti. Credevo di aver visto tutto nella vita e dopo Stalin e Hitler non immaginavo che nascessero uomini così crudeli. Invece mi sbagliavo: ora abbiamo Putin che sta mettendo in pericolo il mondo".
    La notizia del rinnovo della sua patente per un anno ha fatto in questi giorni il giro del web: "Non mi aspettavo tanto clamore - si schermisce -, la macchina per me è indipendenza e ci tenevo tanto a rinnovarla. Ho anticipato la commissione medica che mi ha visitato, presentando di mia sponte tutti i certificati che occorrono alla mia età. Hanno capito che non sono poi tanto rimbambito - scherza Sebastiano - e hanno deciso di farmi guidare ancora . Ora per un po', se la salute mi assiste, posso stare tranquillo".
   

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