Confartigianato, spazi commerciali enormi: le nostre imprese
Se l'export della Sardegna verso la Russia è stato bruscamente interrotto dall'inizio della guerra in Ucraina, resiste quello dei prodotti sardi verso la Cina. Vale, infatti, 10milioni 264mila euro l'export manifatturiero sardo verso il "gigante rosso". Di questi, ben 8milioni e 490mila euro provengono dalle micro e piccole imprese manifatturiere. Sono questi i numeri che emergono dall'analisi dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha preso in esame i dati dell'Istat relativi alle esportazioni degli ultimi 12 mesi (giugno 2021-giugno 2022) dall'Isola verso il Gigante Orientale.
A livello territoriale, i maggiori esportatori di prodotti sardi verso Pechino sono le imprese di Oristano con un totale di 4milioni e 682mila euro, di cui 4.561 realizzati dalle Pmi; segue la provincia di Sassari-Gallura con 4milioni e 214mila euro, di cui 3milioni e 175mila dalle PMI. Al terzo posto Cagliari con 612mila euro, di cui 327 delle PMI e il Sud Sardegna con 548mila euro di cui 226 delle PMI. Chiude Nuoro con soli 208mila euro, di cui 200mila delle PMI. La Cina figura tra i primi 20 mercati di sbocco (20/o posto) dell'export di manufatti (no petrolio) realizzati dalle imprese dell'Isola negli ultimi 12 mesi, l'1,1% delle vendite sui mercati esteri sono indirizzate in questa parte del mondo. I prodotti dell'Isola più richiesti dai cinesi sono: alimentari (46,3% dell'export totale), legno e prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio (20,3%) e prodotti chimici (11,3%). Tranne per i prodotti in legno, il valore delle esportazioni in questi 12 mesi supera quello dello stesso periodo pre crisi.
"In un panorama export che si presenta ancora fosco e incerto - commenta la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai - i dati delle commercio internazionale sardo verso il Dragone sono interessanti anche se lasciano spazio a enormi margini di crescita, se pensiamo alla vastità del territorio e della popolazione. Il problema, però, sta nella capacità delle nostre aziende di saper conquistare queste piazze commerciali, lontane ma ricche di opportunità".