Cgil-Cisl-Uil, non si stanno fornendo più servizi essenziali
Stato di agitazione per lo stato di salute della sanità sarda. Lo hanno indetto le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil della Funzione Pubblica. Per il 3 ottobre è stata fissata a Tramatza una riunione per stabilire date e modalità della protesta. "Nonostante le numerose richieste - spiegano in una nota congiunta Roberta Gessa, Cgil, Edoardo Bizzarro, Cisl è Fulvia Murru, Uil - non siamo mai stati convocati per discutere delle tante vertenze aperte. Occorrono soluzioni urgenti per garantire la sicurezza degli operatori e servizi di qualità per i cittadini sardi".
Tra le richieste a che quella di un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni per sopperire alla carenza di personale "pericolosa in questo momento in cui le necessarie cautele e pratiche operative richiedono tempi più lunghi". I sindacati parlano di sfascio della sanità sarda. "Non si stanno più fornendo servizi essenziali ai soggetti deboli e a tutti i cittadini, mentre i lavoratori stanno pagando un enorme prezzo sull'altare della disorganizzazione", si legge in una nota.
É urgente garantire servizi sanitari in tutta la Sardegna a partire dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta anche in quelle aree territoriali ad oggi dimenticate. Continuano a raccontarci una realtà che viene smentita dai fatti; liste d'attesa sempre più lunghe, pronti soccorso sovraccarichi, posti letto insufficienti, reparti chiusi o accorpati, personale insufficiente e demotivato".
Intanto Uil Fpl, Cgil Fp e Fiasls Sanità, hanno sottoscritto con l'azienda Brotzu una pre-intesa sulle Peo, le Progressioni economiche orizzontali. "Uno storico risultato - spiegano le sigle - che va nella direzione di attenuare, quantomeno, lo 'status' di essere cronicamente i meno pagati di tutta la Sardegna".