Elezioni: sindaca sarda, "c'è fame ma si pensa ai sondaggi"

Sardegna

Sfogo social, "nuova legge elettorale con preferenze su scheda"

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La crisi morde in Sardegna e i sindaci sardi si trovano a fare i conti con la sofferenza dei paesi e della persone, alla quale si è aggiunta una crisi politica che potrebbe far accrescere il partito dell'astensione.
    Le elezioni, infatti, sono ormai alle porte e "i cittadini con questa legge elettorale contano meno di niente".
    Sono i problemi raccontati in un post - sfogo su Facebook della sindaca e imprenditrice di Fonni (Nuoro), Daniela Falconi: "A Roma giocano a risiko col nostro futuro pensando più ai sondaggi che alle esigenze dei cittadini, questo è il comitato d'accoglienza in scadenza oggi di ogni impresa, piccola, piccolissima, grande e grandissima al ritorno dalle ferie - spiega la sindaca corredando il post con le foto degli F24 con i quali la sua azienda deve pagare le tasse - La pressione fiscale su imprese, lavoratori, cittadini è qualcosa di deprimente e ossessivo. Qui non si tratta di non voler pagare le tasse, ma di capire come non sottrarre risorse che tutti potremmo usare per crescere. Fra poco sarà crisi energetica, alimentare, di consumi e sarà crisi sociale e umana, crisi di solitudini e di paure".
    Quindi la sindaca entra nel merito della campagna elettorale: "Io non lo so se le liste dei candidati che stasera saranno ufficiali e i partiti, i cosiddetti leader siano coscienti di tutto questo, so che ho sempre votato per avere una rappresentanza per 5 anni e non per avere la sensazione di dover votare ogni 6 mesi - aggiunge la prima cittadina di Fonni - Il fatto è che con questa legge elettorale noi contiamo meno di zero. Nei Comuni, ad esempio, i cittadini scrivono il nostro nome sulla scheda e ci giudicano in continuazione, anche cercandoci a casa, perché per il Parlamento questo non vale? Riuscite, candidati che scopriremo per intero stasera, a sovvertire questa sensazione? Perché noi, imprese, cittadini e piccoli amministratori, quel comitato d'accoglienza ce l'abbiamo comunque ogni mese - conclude Daniela Falconi - se qualcuno non decide seriamente di metterci mano, la crisi è solo nostra e in crisi ci andiamo noi e ne usciamo solo con le nostre forze".
   

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