Cgil-Cisl-Uil, politica distratta. Pronti a protesta a oltranza
Nuovo presidio dei sindacati della Portovesme srl, a 24 ore dall'annuncio di una possibile proroga della cassa integrazione per 400 dei 1500 lavoratori dell'industria metallurgica del Sulcis, che avrebbe già chiesto l'attivazione del tavolo per estendere gli ammortizzatori sociali a non meno di 800-900 dipendenti. Per le sigle del comparto, oggi in sit-in con 30 delegati davanti alla sede della presidenza della Regione a Villa Devoto, si tratta di un ulteriore passo verso una fermata degli impianti che "va scongiurata a tutti i costi".
Il primo segnale della crisi - dovuta principalmente agli alti costi dell'energia - si era manifestato a ottobre con la cig per 400 operai e la conferma dello stop alla linea di produzione dello zinco poco prima di Natale 2021. Ora, incassata ma solo sulla carta la energy release e in attesa che si possa attivare anche la Superinterrompibilità come chiedono i lavoratori e loro rappresentanti, i sindacati tornano a chiedere un segnale dalla politica regionale. La mobilitazione era stata sospesa agli inizi di aprile, ma la vertenza non si è mai chiusa.
"Oggi - dice Franco Bardi della Cgil, a nome del coordinamento dei tre sindacati - siamo venuti a chiedere al presidente Solinas un incontro che ha promesso da tempo e che non ha ancora convocato, nonostante le nostre ripetute richieste. La politica, compreso il Consiglio regionale, è distratta da altro, ma non ci possiamo permettere la fermata di questa fabbrica. Noi siamo pronti a restare qui a oltranza finché non avremo un'interlocuzione su questa vertenza".