Caro energia: Comune sardo chiude per risparmiare

Sardegna

Sindaco Fluminimaggiore, spese triplicate, sotto di 100mila euro

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(ANSA) - CAGLIARI, 03 GIU - "Oggi il Comune resta chiuso (i servizi essenziali sono comunque assicurati) per un piano di risparmio energetico che ci siamo dovuti imporre a causa dell'aumento enorme delle bollette in tutti gli edifici di proprietà comunale oltre che nell'illuminazione pubblica". È l'annuncio sui social del sindaco di Fluminimaggiore, nel sud Sardegna, Marco Corrias, che oggi ha tenuto chiusi gli uffici comunali.
    "Come tutti, stiamo ricevendo bollette altissime e dobbiamo risparmiare il più possibile - ha detto all'ANSA Corrias, giornalista e scrittore - c'è un possibile sbilancio di 100mila euro rispetto a quanto preventivato, la spesa per l'energia è triplicata, e lo Stato ce ne rimborsa meno di 20". Da qui, la decisione di varare un piano energetico. " È una cifra di sbilancio enorme - ribadisce il sindaco - per un paese povero come Fluminimaggiore, a cui dobbiamo far fronte come si fa in una qualsiasi famiglia: si risparmia, eliminando l'aria condizionata il più possibile, spegnendo le luci durante il giorno negli uffici, chiudendo in certe date l'intera attività degli uffici".
    In particolare, spiega Corrias "abbiamo eliminato l'aria condizionata negli uffici comunali e nelle scuole; di giorno vengono tenute le luci spente, il Comune rimarrà chiuso nei mesi di giugno, luglio e agosto ogni martedì pomeriggio e ogni giorno a cavallo tra un festivo e una domenica. Sono dei piccoli ponti essenziali per risparmiare".
    Il Comune di Fluminimaggiore è virtuoso dal punto di vista energetico, sono stati piazzati pannelli fotovoltaici sia sul tetto del Municipio che su quello delle due scuole "ma non è sufficiente", ribadisce Corrias che punta il dito contro lo Stato: "Ci vorrebbero nuove risorse - scrive sul profilo social -, che lo Stato dovrebbe mettere a disposizione per un vero piano di trasformazione energetica. Finora, invece, sono arrivate solo briciole. E in attesa di un improbabile cambio di linea, non ci resta che (dolorosamente) tagliare alcuni servizi". (ANSA).
   

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