Sanità: a Sassari sit-in "Donne libere" per diritto a salute

Sardegna

La denuncia, liste d'attesa infinite e mancanza presidi sanitari

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 Cinquanta donne in attesa di un intervento chirurgico per tumore al seno, altrettanti pazienti in lista per tumori alla vescica, un anno per una visita al centro per la cura del Parkinson, pannoloni, sondini gastrici, sacche di alimentazione e altri presidi quotidiani insufficienti, consegnati con mesi di ritardo se non addirittura scomparsi. Sono alcune delle criticità del sistema sanitario a Sassari denuciate ancora una volta dal movimento spontaneo "Donne libere in lotta per il diritto alla salute", che questa mattina ha organizzato un sit in davanti alla sede dell'Ats, in piazza Fiume, corteo e volantinggio fino alla sede della direzione Aou, in viale San Pietro.
    "Le criticità le conosciamo perché sono quelle che tutti i giorni viviamo personalmente o tramite persone a noi vicine - spiegano le rappresentanti più agguerrite mentre sgranano il rosario delle inefficiente del sistema pubblico - Depotenziamento o chiusura di interi reparti, disservizi, liste d'attesa infinite, impossibilità a comunicare con il Cup per le prenotazioni, appuntamenti fissati a mesi se non a un anno di distanza, non solo per le visite ma anche per gli interventi chirurgici", attaccano. L'elenco degli esempi è lungo almeno quanto le liste d'attesa. "Allo Smac, il servizio di senologia multidisciplinare dell'Aou, ci sono 50 donne in attesa per l'asportazione di un tumore al seno - segnala il movimento - Si fanno una seduta ordinaria di interventi infrasettimanale e una straordinaria al sabato, ma è chiaro che non sono sufficienti.
    Dicono che ci sono difficoltà nella disponibilità di anenstesisti, ma per chi invece può permettersi di pagare, in intramoenia, le attese sono quasi a zero".
    Altra ciriticità è la consegna dei presidi sanitari per le persone allettate o non autosufficienti: "La qualità dei pannoloni è pessima, sono sottili e causano allergie, le consegne sono sempre in ritardo di settimane e il numero dei presidi è largamente insufficiente".
   

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