Cinema: "Il Muto di Gallura" rivive in chiave western

Sardegna

Anteprima a Cagliari del film di Fresi, dal 31 in sale italiane

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Una storia ambientata in Gallura, appartenente alla memoria collettiva, viene ora calata nelle atmosfere western. "Il Muto di Gallura", opera prima di Matteo Fresi, racconta la lunga e sanguinosa faida tra due famiglie nel nord dell'Isola a metà '800 in un'originale e suggestiva trasposizione cinematografica del romanzo storico di Enrico Costa. Si basa su una storia vera ma sconfina sul mito questa vicenda che, in un raffinato gioco di luci e ombre, tra molti chiaroscuri, ha per scenario stazzi e montagne di Aggius, ma anche Tempio e Luogosanto, paese natale del padre di Fresi, sua madre è torinese. Il regista ritorna nei suoi luoghi di origine, fa parlare ai protagonisti la lingua gallurese "per rendere viva la storia", spiega all'ANSA durante l'anteprima cagliaritana del film, prodotto da Fandango e sostenuto da Sardegna Film Commission, nelle sale italiane dal 31 marzo.
    Ha i contorni di una tragedia epica questa trama a tinte forti, di vendette e morti ammazzati, onore, lealtà, passione, amore, perdono. Il protagonista, Bastiano Tansu, nell'intensa ed emozionante interpretazione di Andrea Arcangeli, è sordomuto e vive una infelice condizione di emarginato, costretto per via della sua ottima mira a diventare uno spietato sicario. Il regista fa emergere la sua umanità, con le inquadrature si addentra tra gli invisibili e "silenziosi" territori del suo mondo interiore. "Per interpretare Bastiano - racconta Fresi - ho scelto un attore non sardo, che potesse sottolineare questa estraneità e diversità. Il film nasce dall'esigenza di riportare in luce una storia che sentivo raccontare fin da bambino e che quando ho ritrovato nel romanzo mi è sembrato urgente rievocare, soprattutto per i temi che riguardano la diversità e l'emarginazione". I paesaggi della Gallura entrano nella narrazione diventando elementi imprescindibili. "Ne disegnano i contorni, le rocce, dure e esposte, le sughere piegate dal vento - sottolinea il regista - C'è una sorta di compenetrazione tra ciò che si racconta e il territorio". Immagini ora cruente ora poetiche, scandite dalla colonna sonora firmata da Paolo Baldini Dubfiles, personalissima e brillante rilettura in chiave elettronica delle musiche di Morricone. 
   

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