Assospedizioneri, ingenti danni economici da blocco porti
I blocchi degli autotrasportatori non ci sono più, ma i pacchi continuano a non arrivare in Sardegna. O meglio, si è creato un grosso imbuto che sarà difficile smaltire in tempi certi: si va da 4 giorni a una settimana. E gli spedizionieri nazionali Gls e Sda (gruppo Poste) non hanno ancora ripreso la piena operativa, lasciando l'avviso di blocco sul proprio sito, anche se Poste, secondo quanto appreso, avrebbe riavviato le proprie procedure. Brt ha, invece, eliminato ogni riferimento allo stop e ricominciato a effettuare il servizio anche se, anche in questo caso, ci vorranno i tempi tecnici per ridistribuire la merce da consegnare.
Nel frattempo l'associazione Assospedizionieri Sardegna, che unisce le imprese che svolgono in Sardegna l'attività nel settore delle spedizioni, dei trasporti, degli operatori logistici e dei trasporti multimediali, si dice "vicina ai trasportatori sardi che stanno subendo un ingiustificato e inflazionistico aumento del carburante in Italia, ma non consideriamo adeguato il metodo adottato per manifestare l'urgente necessità di un intervento del Governo, perché, di fatto, ha fermato la logistica in Sardegna, procurando ingenti danni economici: pensiamo solo a tutta la produzione sarda che non ha potuto imbarcarsi sui traghetti per poter essere venduta nella Penisola".
"E' anche vero - viene sottolineato in una nota - che la nostra Isola non è mai stata favorita dalle norme europee, che, per esempio, consentono sgravi ai trasportatori siciliani, i quali, anziché percorrere le autostrade, ricevono bonus se si imbarcano sui traghetti, mentre i nostri trasportatori, che sono obbligati a varcare il mare, non godono di questi incentivi. Inoltre, il costo del carburante alla pompa non trova alternative, come sembra possano avere chi opera in Continente, specie nelle aree frontaliere". "Il futuro produttivo della Sardegna - sottolinea presidente Salvatore Plaisant - continua ad appoggiarsi sulla logistica professionale degli Spedizionieri, che sopperiscono a un sistema di continuità territoriale ancora deficitario e sicuramente migliorabile".