Confartigianato, "prezzo abbassato, torniamo a lavorare"
Sesto giorno di protesta e presidi nei porti e nelle zone industriali degli autotrasportatori sardi contro il caro gasolio. Si continua con la linea morbida che consente il passaggio di merci deperibili per evitare di danneggiare soprattutto agricoltori e allevatori che stanno comunque sostenendo la mobilitazione.
Gli autotrasportatori ora dovranno valutare il da farsi soprattutto alla luce delle prime concessioni del Governo.
Secondo Confartigianato con il decreto di ieri la categoria ha raggiunto l'obiettivo prefissato ed è quindi giunta l'ora di riprendere tutti a lavorare. È l'invito lanciato da Giovanni Meloni, coordinatore di Confartigianato Trasporti Sardegna. "Il taglio del costo di gasolio e benzina è un traguardo importante e di più, onestamente, non si poteva fare - ha detto - ora la responsabilità dovrà essere anche quella dei committenti che saranno chiamati a fare la loro parte, con contratti che non siano penalizzanti per gli autotrasportatori e che rispettino la categoria. Non si deve mai più lavorare in perdita".
Il caro carburante ha messo a dura prova - spiega l'organizzazione- le circa 2.500 aziende sarde dell'autotrasporto che, con oltre 7mila dipendenti, veicolano ogni giorno l'87% di tutte le derrate movimentate in Sardegna.
Anche Coldiretti ribadisce la sua posizione: "La protesta degli autotrasportatori - affermano i vertici, il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba - è legittima e comprensibile e va a favore di tutta la comunità in quanto il costo del carburante colpisce tutti (chi più chi meno) indistintamente. Un aumento indiscriminato e non giustificabile, frutto, come certificato anche dai membri del Governo, di speculazioni, quindi di chi cinicamente fa profitto sulla pelle dei lavoratori e dei consumatori". Attenzione però: "Non ci lasceremo dividere e intimidire dagli sciacalli alleati degli speculatori che fanno soldi sulla disperazione dei lavoratori - continuano Cualbu e Saba -. Per questo, per l'esperienza già provata tante volte dal settore agricolo, a tutela degli autotrasportatori onesti che stanno manifestando, occorre fermare gli eversivi che stanno macchiando una battaglia legittima e sostenuta da tutti i nostri 21.000 soci".