Comunità di 6mila persone nell'Isola, sabato manifestazione
Qualcuno, sentendo i venti di guerra, è riuscito già a raggiungere i parenti sardi dall'Ucraina nei giorni scorsi. Ma oggi, chi voleva lasciare il Paese invaso dalle truppe russe, non lo ha potuto fare. Lo spiega all'ANSA il console ucraino in Sardegna Anthony Grande, punto di riferimento della vasta comunità nell'Isola, circa seimila persone.
"Il telefono è bollente - racconta - tante famiglie ci chiedono come far arrivare i loro cari in Sardegna, ma nessuno si aspettava questa evoluzione: chi aveva prenotato un volo per l'Italia oggi non è potuto partire perché è chiuso lo spazio aereo sopra l'Ucraina. Stiamo ricevendo centinaia di richieste di aiuto e di informazioni. E noi siamo pronti a metterci al servizio di chi ha bisogno". E' ancora prematuro, invece, parlare dell'apertura di corrodoi umanitari verso la Sardegna: "Nessuno - spiega il console - si aspettava questa accelerazione".
La maggior parte degli ucraini, circa il sessanta per cento, risiede tra Cagliari e hinterland. "Una comunità abbastanza composita - sottolinea il diplomatico - La prima generazione era formata soprattutto da badanti e assistenti familiari. Ora vedo in Sardegna anche donne ucraine di settant'anni. Poi ci sono i nuovi arrivi, persone più giovani, lavoratori e imprenditori soprattutto nel settore della navigazione nel nord Sardegna. E ci sono tante famiglie sardo-ucraine che testimoniano una buona integrazione".
Dall'allarme alla dura realtà della scorsa notte. "In molti mi stanno chiamando soprattutto per sapere se le città e i paesi dove vivono i familiari dei residenti e domiciliati in Sardegna sono stati bombardati - continua il console - Purtroppo devo dire che non si tratta di un attacco localizzato, ma abbastanza esteso. Sentiamo la vicinanza del popolo sardo, sabato è stata subito organizzata una manifestazione contro la guerra: quella ucraina è una comunità pacifica". L'appuntamento di sabato 26 è in piazza Garibaldi a Cagliari. Raduno previsto alle 10, poi corteo per le vie della città. Organizza il coordinamento provinciale "Prepariamo la pace" con l'adesione di associazioni e movimenti.