Duecento aziende sarde a rischio, "così si muore di fame"
di Stefano Ambu
Stop di tre anni alla pesca dei ricci di mare in Sardegna: ultimi giorni di vendita di quello che è stato raccolto ieri, poi si chiude. Ma i pescatori non ci stanno. E sono pronti alla battaglia: in terra e in acqua.
"Ci stiamo organizzando - spiega all'ANSA Gesuino Banchero, rappresentante dei subacquei professionisti - da lunedì potrebbe succedere di tutto, dal blocco dei porti con le nostre barche all'occupazione dell'assessorato dell'Agricoltura con manifestazione davanti al Consiglio regionale. Vedremo, ma non possiamo fare altro: rischiamo di morire di fame. Qui chiudono duecento piccole aziende in tutta la Sardegna. Senza parlare dell'indotto".
Beffa in arrivo: "Sta già arrivando la polpa di ricci da Francia, Galizia e Tunisia - continua Banchero - e in più c'è l'abusivismo che, verosimilmente, andrà avanti: il prodotto ci sarà, ma noi non potremo lavorare".
La Giunta regionale ha dato il via libera alle linee di indirizzo per gli interventi a sostegno dei pescatori subacquei professionali, per i quali sono stati stanziati in totale 2 milioni e 800mila euro (400mila euro per il 2021, 1 milione e 200mila euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023). "Ma - continua Banchero - i tempi sono lunghi e questi indennizzi rischiano di arrivare troppo tardi. E nel frattempo? Tra l'altro non ci sono arrivati gli indennizzi per il Covid. Abbiamo più volte chiesto all'assessorato di trovare delle misure alternative come la riduzione della quantità di pescato. Ma non abbiamo avuto risposte e non abbiamo ottenuto soluzioni alternative".
Previsto anche il possibile impiego dei pescatori per il recupero della plastica in mare: "Vero - conclude Banchero - ma anche qui ci vorrà del tempo. La chiusura per noi è dall'oggi al domani, le soluzioni alternative invece non si sa quando saranno pronte".