Con stop zinco a dicembre, a rischio 400 posti di lavoro
Entro la fine dell'anno oltre 400 lavoratori della Portovesme srl si ritroveranno in cassa integrazione a seguito dell'annunciata fermata della linea di produzione dello zinco dello stabilimento sulcitano a causa dell'aumento dei costi dell'energia, passati da 40 a 250 euro a MW. Non aiuta neanche lo stop del vicino parco eolico. Così, scattata la mobilitazione degli operai, i sindacati stanno trattando da un lato con l'azienda per arrivare ad un accordo solidaristico che sia il meno impattante possibile sugli stipendi dei lavoratori, dall'altro sollecitano la politica a sostenere la loro battaglia.
"Abbiamo chiesto ai parlamentari di farsi portavoce di un problema importante che riguarda il costo dell'energia - spiega Emanuele Madeddu, Sarebbe auspicabile un accordo sull'approvvigionamento che veda in prima linea il governo nazionale e che metta dentro anche l'Ue. In settimana solleciteremo ancora una volta un incontro all'assessorato dell'Industria, anche se sappiamo che questo problema non è in capo alla Regione. E alla quale chiediamo che, insieme ai parlamentari, siano al nostro fianco per una battaglia che riguarda l'Italia e non solo il nostro territorio. Purtroppo non è stato bel segnale la risposta dei nostri rappresentanti a Roma, visto che su 22 invitati all'assemblea ha risposto solo la deputata Romina Mura".
"Si deve evitare in qualsiasi modo la fermata della linea produttiva alla Portovesme srl, occorre costruire un tavolo nazionale con Governo, azienda, Enel, sindacati, per trovare una soluzione che risponda all'emergenza, e poi bisogna lavorare su interventi strutturali a livello europeo, per arrivare a un approvvigionamento e stoccaggio congiunto che limiti l'impatto delle oscillazioni dei costi dell'energia - ha detto la deputata del Pd - Inaccettabile l'atteggiamento della Regione, che non è in prima linea in questa contingenza, mentre altre Regioni come il Veneto di Zaia sono già impegnate a provare in tutti modi a evitare fermate di processi produttivi che hanno impatti sull'occupazione". "E' essenziale attivare nella legge di bilancio il fondo di cui ha parlato il ministro Giorgetti - ha spiegato - per sostenere le Pmi e le aziende energivore, come la Portovesme srl, di fronte a un insostenibile aumento dei costi dell'energia".