Appello Centro studi e pastori in vista assemblea Consorzio
L'unico latte da utilizzare per produrre le forme di Pecorino Romano Dop deve essere quello munto nei pascoli della Sardegna dalle pecore di razza sarda. E' l'appello che arriva dal Centro studi agricoli e dai pastori senza bandiere, che nel febbraio 2019 avviarono la battaglia in piazza per chiedere un equo riconoscimento del prezzo del latte ovino in Sardegna. Giovedì 9 dicembre, infatti, è stata convocata l'assemblea del Consorzio del Pecorino Romano Dop per discutere e deliberare in merito alla modifica del Disciplinare di produzione del formaggio. Una decisione che segna la programmazione per i prossimi 10/15 anni.
"Oggi in campo ci sono tre distinte posizioni la prima che vorrebbe lasciare il disciplinare così com'è senza nessuna modifica (oggi è permesso trasformare il latte di pecora alla Dop proveniente da qualsiasi razza, purché la pecora pascoli in Sardegna) - dice Tore Piana del Centro Studi Agricoli - La seconda che vorrebbe inserire una 'tolleranza' di latte proveniente da altre razze indigene, mentre la terza è quella per l'utilizzo del solo latte prodotto dalle pecore di razza sarda. Ed è quest'ultima posizione - continua Piana - che noi chiediamo che l'assemblea adotti". Secondo il Csa, la decisione "sta passando quasi inosservata al mondo agro pastorale sardo e all'intera classe politica sarda ed in particolare all'assessora regionale all'Agricoltura, che sull'argomento non ha sino ad oggi, espresso nessun giudizio o linea".
"Siamo d accordo - dice Gianuario Falchi, uno dei portavoce dei pastori senza bandiere - è da ricordare che durante la protesta del latte è stato chiesto a gran voce a tutti i tavoli che il latte destinato al Romano sia solo ed esclusivamente di produzione della pecora sarda. In un momento in cui il mercato risponde positivamente al Pecorino Romano proprio perché proviene da latte prodotto da allevamenti estensivi si cerca di mettere in mezzo pecore provenienti da allevamenti intensivi: noi difenderemo come nel 2019 il nostro latte e come allora chiediamo che si torni ad un Consorzio che deve tutelare il nostro latte non gli interessi di pochi".