Annullata condanna, ordinato nuovo procedimento di secondo grado
La prima sezione penale della Cassazione, con una clamorosa sentenza, ha annullato la condanna della Corte D'Appello di Sassari e ha stabilito un nuovo processo davanti ai giudici di secondo grado di Cagliari, nei confronti di Nico Piras, 41 anni, e di sua moglie Alice Flore, di 38, per l'omicidio del fratello dell'uomo, Angelo Maria Piras, l'allevatore di Lula, freddato a colpi di fucile il 25 gennaio 2015 nelle campagne del paese del Nuorese. I giudici della Corte suprema hanno così accolto la richiesta del collegio difensivo degli imputati, assolti in primo grado e condannati in appello a 24 anni ciascuno.
I difensori, Francesco Lai e Tito Flagella per Angela Flore, Angelo Manconi e Giuseppe Madia per Nico Piras, avevano sollecitato l'annullamento della sentenza d'appello "perché ha riproposto una tesi alternativa rispetto alla sentenza di primo grado, violando l'obbligo che impone al giudice d'appello che ribalta la sentenza assolutoria di primo grado, di redigere una motivazione rafforzata". Il Procuratore generale Luigi Berritteri aveva invece chiesto il rigetto del ricorso e la conferma della condanna di secondo grado a cui si erano associate le parti civili, Giovanni Colli e Francesco Mossa, in rappresentanza della moglie e dei figli di Angelo Maria Piras.
I giudici della Corte D' Appello di Sassari avevano ritenuto fondato "il movente dei dissidi familiari per questioni di eredità tra i due fratelli" anche sulla base "dell'ultima lite tra Nico e Angelo Maria Piras il giorno precedente all'omicidio". Per la Corte d'Assise di Nuoro, invece, non era stata "provata al di là di ogni ragionevole dubbio, la responsabilità penale degli imputati per i delitti loro ascritti, in quanto gli indizi raccolti a loro carico non ne dimostrano in maniera inequivocabile la colpevolezza", assolvendo i due coniugi in primo grado.