Nel pomeriggio protesta silenziosa davanti allo Zonchello
Il caso Hospice, il reparto dell'ospedale Zonchello di Nuoro che assiste i malati terminali, ancora chiuso per mancanza di personale nonostante le promesse di riaprire lunedì 26 aprile, torna prepotentemente alla ribalta nel capoluogo barbaricino, I pazienti oncologici dell'associazione "Vivere a colori" si sono incatenati per la seconda volta in pochi giorni davanti alla struttura: una protesta composta e silenziosa con l'obiettivo di sbloccare subito la situazione.
"Torniamo con le catene perché vogliamo fermare con tutte le nostre forze il disegno di demolire la sanità terrtioriale - spiega all'ANSA la presidente dell'associazione Marilena Pintore - La prima volta era stato nell'ottobre scorso davanti all'ospedale San Francesco di Nuoro per impedire lo smantellamento del reparto di Oncologia. Questa volta siamo noi malati a parlare con il nostro silenzio e con la nostra disperazione. L'Hospice è un presidio di civiltà dove assistere i pazienti negli ultimi giorni di vita con cure palliative e terapie del dolore tali da rendere questo passaggio il meno doloroso possibile. Non ci fermeremo però alla battaglia per l'Hospice, ci incateniamo anche per il depotenziamento del San Francesco", precisa la presidente.
Il caso è finito anche sul tavolo della Procura di Nuoro, che ha aperto un'inchiesta a seguito dell'esposto presentato dalla deputata sarda Mara Lapia (Cd). Già sentito come persona informata sui fatti il primario dell'Hospice Salvatore Salis, a stretto giro saranno ascoltati anche i vertici della Assl.
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