Sardegna bianca: seconde case, semaforo rosso di Solinas

Sardegna

Firmata ordinanza super restrittiva, no ad arrivi incontrollati

di Roberta Celot

Alla fine è prevalsa la linea dura: troppo rischioso per l'unica Regione italiana in zona bianca non intervenire a gamba tesa per impedire l'assalto dalle zone rosse nel periodo pasquale. E' arrivata così ieri a tarda sera l'ordinanza più restrittiva rispetto a una prima bozza che prevedeva solo una ulteriore stretta agli sbarchi in porti e aeroporti. Il governatore Christian Solinas ha infatti deciso di blindare le seconde case dei non residenti in Sardegna, che potranno spostarsi solo per lavoro, salute o necessità previste da Dpcm e ordinanze regionali. La vacanza, dunque, non è contemplata. E le oltre 223mila seconde case, incluse quelle di proprietà di sardi, la maggior parte concentrate nel Sassarese e in Gallura dove sono occupate soprattutto in estate, a Pasqua e fino al 6 aprile resteranno chiuse. Nessun assalto, quindi, come molti temevano, che avrebbe potuto condizionare in negativo la curva dei contagi, vanificando gli sforzi che hanno portato la Sardegna in zona bianca. Solinas non teme alcuna impugnazione da parte del Governo. "Penso che il provvedimento messo in campo sia assolutamente in sintonia con l'attuale quadro normativo - dice ai giornalisti - crediamo di aver attuato un modello di buon senso che ha il fine alto di tutelare al meglio la salute pubblica. Abbiamo interlocuzioni costanti e siamo convinti che questo modello possa essere un laboratorio per tutto il Paese".

Insieme al divieto sulle seconde case, vengono comunque inaspriti i controlli. Le verifiche agli ingressi, chiarisce il presidente della Regione, "sono una parte del modello, abbiamo completato con un reticolo sull'intero territorio che accerti gli spostamenti e chi deve osservare un periodo di quarantena". Pronti oltre 800 uomini del Corpo Forestale, 5.500 tra polizia locale e barracelli per un controllo serrato di tutto il territorio regionale. In ogni caso, precisa Solinas, "non è in atto alcuna caccia allo straniero, tutti sono benvenuti in Sardegna, ma in questo momento abbiamo bisogno di garantire ai sardi e ai nostri amici che intendono venire il massimo della tutela sanitaria e per questo è necessario che ci sia un senso di responsabilità da parte di tutti nel vaccinarsi o eseguire un tampone che ne certifichi la negatività, e che ci sia da parte nostra una soglia di attenzione il più alta possibile".

Un aiuto viene chiesto anche alle società di gestione dei porti e aeroporti di partenza per avere voli e navi Covid tested per la Sardegna. Per ora, annuncia il governatore, "stiamo lavorando con gli aeroporti di Roma e Milano perché si possano effettuare tutte le verifiche in quelle sedi, e quindi si eviti che un soggetto positivo si imbarchi". Inutile dire che la proposta di un pass per liberi spostamenti in tutta Europa annunciato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, trova Solinas più che soddisfatto: "Mi fa piacere - commenta - che a un anno dalla mia proposta di passaporto sanitario, ieri abbia parlato di Pass Covid per ritornare a viaggiare". E' di oggi invece il suo di annuncio per accelerare sulla campagna vaccinale - la Sardegna continua ad essere fanalino di coda in Italia - e dare così più certezze per mantenere la zona bianca: "Siamo pronti a investire i fondi della Regione per acquistare i vaccini e immunizzare da subito tutti i sardi purché le procedure di acquisto siano seguite dal commissario e che ci venga assicurato l'approvvigionamento di tutte le dosi necessarie". Nel frattempo, il sindaco di Sant'Antioco Ignazio Locci ha ritirato l'ordinanza che obbligava alla quarantena i turisti in arrivo da zone rosse o arancioni anche con tampone rapido negativo. "Il mio provvedimento - spiega - è stato superato da quello regionale".

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