"Poca chiarezza e totrale mancanza di confronto con Regione"
La Regione Sardegna è preoccupata per la cessione dello stabilimento Eni a Macchiareddu, nell'agglomerato industriale di Cagliari, sia per quanto riguarda il futuro dell'impianto, sia per le garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali.
Preoccupazione ribadita dal presidente della Regione Christian Solinas, che ancora una volta invita Eni ad un confronto con la Regione e con le parti sociali prima di procedere alla cessione, "circondata fino ad oggi da poca chiarezza e caratterizzata da una totale mancanza di confronto con la Regione e dall'unilaterale mancata applicazione degli accordi precedentemente siglati - si legge in una nota della presidenza della Giunta -. Ad aumentare l'incertezza concorrono anche recenti provvedimenti della magistratura, che limiterebbero l'operatività dell'amministratore delegato del Gruppo che dovrebbe rilevare, a quanto si apprende, l'impianto di Assemini".
"Alla Società - afferma il presidente Solinas - la Regione chiede scelte accorte e condivise, nell'attuazione di una strategia che deve necessariamente passare per il rispetto degli accordi sulle bonifiche e la riconversione degli impianti situati in Sardegna". Le ragioni della Sardegna sono state ribadite nel corso dell'ultima videoconferenza tenutasi il 25 gennaio con il Mise.
"Ora - aggiunge l'assessora dell'Industria Anita Pili - deve essere aperto un tavolo di trattativa che sia utile per fissare impegni ufficiali sia sull'operatività e il futuro dell'impianto di Assemini, sia per il mantenimento del livello occupazionale, come giustamente sollecitano i lavoratori che in questi giorni hanno intensificato la loro lotta".
Prosegue infatti lo sciopero e il sit-in dei lavoratori davanti all'assessorato per bloccare la cessione dell'asset cloro-soda all'azienda Todisco. A rischio una trentina di posti di lavoro a Macchiareddu, più una settantina di addetti dell'indotto.