Tra i primi in Italia sposa il linguaggio di genere
Il primo è stato l'Ordine di Bergamo: era il 2017. Poi si sono aggiunte altre città: Roma, Torino, Milano, Modena, Treviso. Ma il numero ancora oggi non arriva a dieci. Ora da Cagliari un nuovo impulso che rilancia la battaglia sul linguaggio di genere. L'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della città metropolitana di Cagliari e Sud Sardegna ha sdoganato ufficialmente il termine architetta, approvando il timbro con la declinazione femminile del titolo professionale.
A chiederlo era stata una delle iscritte, Silvia Mocci. "Ci è sembrato naturale accogliere la sua richiesta - spiega Teresa De Montis, presidente dell'Ordine che conta 312 donne su un totale di 723 iscritti, il 43% - chi volesse utilizzare il termine Architetta, dovrà semplicemente richiederlo all'Ordine. Non c'è alcun obbligo, ma la possibilità di farlo. È un'opportunità in più che si offre a chi lo desidera". "Il tema del linguaggio di genere e del riconoscimento delle professionalità declinate al femminile è uno dei temi principi su cui da sempre lavora Giulia Giornaliste", sottolinea la fondatrice del coordinamento della Sardegna, Susi Ronchi, chiamata dalle architette a partecipare al dibattito promosso lo scorso dicembre.
"Risale al 1987 il rapporto di Alma Sabatini, 'Il sessismo nella lingua italiana', commissionato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con le sue Raccomandazioni per un uso non sessista nella lingua italiana - ricorda De Montis - dopo i riconoscimenti da parte dell'Accademia della Crusca e del Miur si arriva all'Agenda 2030: tra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile, non poteva non includere il raggiungimento dell'uguaglianza di genere".