Capodanno triste per Fonni, tanta neve ma è tutto chiuso

Sardegna

Doveva essere anno del rilancio con inaugurazione nuovi impianti

di Maria Giovanna Fossati

In Sardegna quando dici montagna pensi a Fonni, la "Cortina" dell'isola. Pensi alle cime del Gennargentu, nelle cui strutture alberghiere tanti sardi sono soliti festeggiare il Capodanno. E il 2020 sarebbe dovuto essere l'anno di grazia nel borgo montano, con l'inaugurazione del nuovo impianto sciistico, ma in tempi di pandemia anche l'industria turistica invernale si è fermata. E così nel paese barbaricino situato a 1000 metri d'altezza un silenzio irreale ovattato dai fiocchi di neve caduti subito dopo le festività natalizie, avvolge ogni cosa: imbianca i presepi di quartiere e gli addobbi natalizi all'esterno delle case, qualche bambino gioca a costruire i pupazzi. Ma il rumore della vita e della vacanza, con turisti e fuoristrada che attraversano il paese per andare sulle cime del Bruncuspina, non si sente.

Gli alberghi con i loro 350 posti letto sono deserti, così come i bar, i ristoranti e gli agriturismi che proprio in questo periodo dell'anno conoscevano il massimo splendore. "E' la prima volta dopo decenni di attività che il nostro albergo chiude a Natale e Capodanno, quando a Fonni tutte le strutture turistiche si riempivano - dice all'ANSA Daniela Falconi sindaca del paese e imprenditrice, erede di una famiglia di albergatori - Oltre all'enorme tristezza che porta questa situazione, c'è un danno economico notevole. Qui le festività di fine anno sono sempre state le date di maggior respiro economico e il turismo che manca nelle strutture ricettive cancella anche l'indotto: le serate in musica, i mercati rionali, la vendita dei prodotti locali".

Per quest'inverno resta al palo anche il nuovo impianto sciistico: "I lavori si sono bloccati a malincuore durante il primo lockdown e tutto è andato a rilento. Aspettiamo il collaudo della seggiovia e la fine dei lavori nel nuovo rifugio, che contiamo di portare a termine nei prossimi mesi, quando speriamo di darci da fare per risollevarci" chiarisce la sindaca. Salendo in montagna a 1300 metri di altezza, tra paesaggi innevati e natura da fiaba, c'è Mario Crobu, proprietario del ristorante Su Ninnieri e imprenditore storico del turismo: ha iniziato la sua attività nello Sporting Club, il resort costruito ai piedi del monte Spada nei primi anni Settanta. "Quei tempi sono molto lontani e lo Sporting con i suoi antichi fasti non esiste più - racconta Crobu - Nonostante tutto siamo riusciti negli anni a trovare la nostra dimensione, ma un Capodanno così non lo avevamo mai visto, né mai l'avremmo potuto immaginare. Il Governo ci ha obbligato a chiudere ma le tasse le dobbiamo pagare, i debiti con le banche anche. Ultimamente stavamo lavoricchiando almeno a pranzo, ora si è chiuso tutto e siamo al disastro, considerato che veniamo dall'inverno del 2019 quando non ha nevicato e che nel 2020 sono stati cancellati la maggior parte dei matrimoni già prenotati".

"Per noi chiudere in questo momento è un'immensa perdita", gli fa eco Anna Maria Pirellas titolare dell'agriturismo Donnortei che oltre al cibo a Km zero offre escursioni nel parco aziendale, dove i visitatori possono esplorare l'oasi faunistica incontrando cerbiatti, daini, mufloni e cinghiali. "Abbiamo aperto in sicurezza il 18 maggio e da allora abbiamo sempre lavorato fino a pochi giorni fa - ha aggiunto la titolare della struttura - Lo abbiamo fatto con i limiti del periodo e con tutti gli investimenti in sicurezza che ci sono stati richiesti. La chiusura per le festività è stata una mazzata economica che ci taglia le gambe, ma anche una grande tristezza per il paese rimasto ammutolito proprio nel periodo dell'anno in cui pullulava di vita".

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