>ANSA-LA-STORIA/A Bitti riapre l'edicola, sono un miracolato

Sardegna

Scampato all'alluvione il primo sindaco comunista del paese

DI MARIA GIOVANNA FOSSATI

La mattina del 28 novembre, quando a Bitti si è scatenato l'inferno di acqua e fango che ha sepolto il paese e inghiottito tre persone, c'era un anziano in balìa dell'ondata di melma e detriti scesi da via Cavallotti e via Deffenu, che ha tenuto duro per due ore fino alla salvezza: due carabinieri si sono spinti fino all'interno dl piazza Asproni, dove lui era saldamente aggrappato prima a una ringhiera poi a un palo della luce, e gli hanno salvato la vita. Le immagini di quel salvataggio hanno fatto il giro del web e oggi Pasquale Burrai, 73 anni, edicolante del paese, ha riaperto la sua attività a tempo di record, una delle poche ma un primo timido segnale del ritorno alla normalità.

"Sono felice di essere qui a parlare di ciò che mi è capitato, ma alla fine di quelle due ore, in cui ho lottato per tenermi aggrappato alla vita ho pensato che per me era finita - racconta Pasquale all'ANSA - ero stremato e ormai in ipotermia, avevo l'acqua oltre le ginocchia e non sentivo più i piedi. Anche le mani si stavano ghiacciando e non riuscivano più ad avere la presa sulla ringhiera che mi teneva in vita. Si è formata una catena umana che ha tentato di lanciarmi una fume per trascinarmi fuori. Ma non c'è stata niente da fare. E anche arrivata un'ondata che mi ha spinto lontano un metro e mi sono dovuto aggrappare a un palo della luce. Poi per fortuna sono arrivati due carabinieri, me lo lasci dire due eroi. Hanno camminato fino a raggiungermi e mi hanno salvato, non finirò mai di ringraziarli: mi hanno detto che sono in forze nella stazione di Lula, andrò da loro per conoscerli e ringraziarli personalmente".

Quella mattina Pasquale Burrai era uscito dalla sua edicola in corso Vittorio Veneto, proprio di fronte a piazza Asproni, per spostare la macchina e metterla in salvo. "Stava piovendo pochissimo - ricorda - ma appena ho parcheggiato e chiuso l'auto è arrivata l'ondata che mi ha spinto dentro la piazza, dove piombava di tutto: scaldabagni, tavolini, alberi, blocchi di cemento armato, ho visto la morte in faccia". Subito dopo il salvataggio, Pasquale non si è perso d'animo: con l'aiuto dei parenti e dei volontari ha ripulito l'edicola dall'acqua e il giorno dopo era lì, dietro il bancone a servire i clienti.

Una tempra eccezionale che gli deriva dall'amore per il suo lavoro: appassionato di informazione e di politica - è stato il primo sindaco comunista di Bitti negli anni '80 - ha deciso che bisognava aprire perché il suo, afferma convinto, "è un servizio essenziale" per il paese. "Per due giorni sono stato operativo all'80%, ieri ho deciso di distribuire gratis i giornali come gesto di solidarietà, oggi posso dire di aver ripreso in mano l'attività. Questa è una brutta pagina di storia per Bitti e sarà dura risollevarsi - riflette l'edicolante - poi succederà certo, perché il bittese è uno che non molla. Ma ci sono molti sfollati e la situazione delle case nella parte bassa è critica. Chissà se si riuscirà a metterle a posto: non voglio pensare che i miei paesani non possano più tornarci".
   

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