Il neorettore di Sassari annuncia una svolta gestionale
DI GIAN MARIO SIAS
Ha conquistato l'Ateneo sorprendendo gli avversari nella corsa per il rettorato con un consenso inatteso, che gli è valso l'elezione al secondo turno con 366 preferenze, staccando il secondo classificato, Gian Paolo Demuro, di quasi 200 voti. Il giorno dopo la maratona telematica vincente, Gavino Mariotti, da ieri sera nuovo rettore dell'Università di Sassari, lancia un messaggio chiaro e rasserenante.
"Il primo atto che il capo di un'amministrazione deve fare è infondere sicurezza e certezze ai propri dipendenti, studenti e colleghi", è la prina dichiarazione da capo di quell'Università in cui è stato alllievo, rappresentante degli studenti, consigliere di amministrazione, componente del Senato accademico e direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche. E che lo vede tuttora odinario di Geografia economica, con un passato nei ruoli di consigliere di amministrazione dell'Ersu e presidente dell'Accademia di Belle Arti, un palmares completato dalla nomina di consigliere di amministrazione del Banco di Sardegna, incarico che ha lasciato due mesi fa per correre alla carica di rettore.
"Intendo riportare serenità e trasferire il senso di appartenenza a questa amministrazione pubblica che forma la classe dirigente del futuro", promette in un colloqui con l'ANSA. Usa diplomazia e tatto, Mariotti, ma di fatto annuncia una svolta nella gestione dell'Ateneo. "Non ho avuto contrapposizioni con il rettore uscente, ma non la penso e non sono come lui - precisa - Carpinelli ha avuto le sue idee e io ho le mie, che spero di sviluppare sulla base del programma che ho presentato e del consenso che ho ricevuto".
Tra i punti cardine Mariotti ha indicato gli investimenti per rendere il patrimonio immobiliare dell'Ateneo ecocompatibile. "Lo proporrò al Senato e al Cda, con cui intendo condividere tutto, non deciderò certamente da solo", puntualizza. E poi l'internazionalizzazione, che però dovrà seguire alcuni step fondamentali. "Ho cercato di creare un filo conduttore nelle azioni di sviluppo che intendiamo portare a termine - spiega - gli aspetti internazionali, che ritengo importantissimi, vanno sviluppati dopo che l'Università si sarà radicata in una grande alleanza con il territorio, che ci permetterà di proiettarci in Italia e in Europa e di avere una struttura vendibile e organizzata, che sia radicata e abbia un senso di identità".
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