Covid: sit-in sportivi Cagliari "No stop palestre e piscine"

Sardegna

Atleti e gestori davanti al Consiglio regionale contro Dpcm

Associazioni degli sportivi in piazza per dire no alla chiusura di palestre, piscine e centri fitness disposta dall'ultimo Dpcm. Atleti e gestori delle strutture di tutta la Sardegna si sono riuniti sotto il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari. "Rivendichiamo il nostro diritto al lavoro perché ci sentiamo presi di mira - ha commentato all'ANSA Matteo Cois, portavoce delle associazioni e degli atleti che oggi manifestano contro il decreto del governo e gestore di un centro danza a Quartu Sant'Elena - da marzo a oggi le perdite sono state molto di più degli indennizzi arrivati".

 La categoria è una di quelle che più ha lavorato per seguire alla lettera i protocolli di sicurezza, che più ha investito in sanificazioni e per mettersi a norma: "I centri sportivi sono come delle bomboniere, tale è la cura e il rispetto delle regole". Ieri, ha aggiunto Cois, "il ministro ha parlato di nuovi rimborsi, ma a noi non servono gli 800 euro perché c'è chi gestisce gli impianti sportivi che con questa cifra non ci fanno nulla: serve un calcolo esatto delle perdite e va comparato con l'indennizzo che arriva".

D'altra parte, "una struttura di cento metri quadri non può essere paragonata a una polisportiva di mille". Inoltre, "le perdite reali sono anche quelle degli allievi: chiudere significa perdere l'anno accademico, oltretutto e ci verranno chieste le quote indietro". Insomma, "abbiamo faticato per riconquistare gli iscritti dopo la prima chiusura, e adesso ci ritroviamo a interrompere l'attività, rischiando di perdere un altro anno di lavoro mandando sul lastrico intere famiglie che hanno fatto dello sport il loro mestiere".
   

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