Agricoltura: taglio 20% misura 13 Psr dovuto a norma Ue

Sardegna
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Precisazioni assessora Murgia dopo protesta allevatori

"La decurtazione del 20 per cento dei contributi della Misura 13 del Programma di sviluppo rurale, per il sostegno agli agricoltori delle zone svantaggiate, non è una riduzione o una sanzione ma l'applicazione di una norma comunitaria (il Regolamento Ue 1305 del 2013)". Lo precisa l'assessore regionale dell'Agricoltura, Gabriella Murgia, rispondendo alle richieste delle associazioni di categoria e facendo sapere che saranno comunicati quanto prima i tempi e le modalità di integrazione degli importi.

"I beneficiari che hanno ricevuto la comunicazione che riporta tra i motivi ostativi all'accoglimento totale o parziale della domanda la decurtazione del 20% - sottolinea l'esponente della Giunta Solinas - non sono pertanto tenuti a dare riscontro alla stessa né a chiedere istanza di riesame. Ricordo che hanno diritto all'integrazione le superfici ammesse al sostegno delle domande alle quali, con decisione comunitaria del 12 agosto 2020, è stato riconosciuto lo svantaggio secondo quanto stabilito dal Regolamento Ue 1305 del 2013". Le superfici alle quali è stato riconosciuto lo svantaggio sono visionabili nell'allegato C alla Determinazione 6392/188 del 23 aprile 2020, riguardante il bando della Misura 13 annualità 2020, disponibile sul sito della Regione alla pagina http://www.regione.sardegna.it/j/v/2644?s=1&v=9&c=389&c1=1305&id=84615 Nelle more della definizione dei tempi e delle modalità di integrazione del 20% del sostegno agli aventi diritto la Regione provvederà a pubblicare un comunicato nella sezione "bandi e gare" del sito della Regione.

PROTESTA ALLEVATORI - Una nuova protesta si leva nel mondo delle campagne sarde dopo le comunicazioni, arrivate agli allevatori, su un "taglio medio del 20% nel contributo della misura 13 del Programma di sviluppo rurale che riguarda il benessere animale, la difesa del suolo e le zone svantaggiate e montane". Una riduzione nelle pratiche che si traduce in migliaia di euro - a seconda dei casi - di mancati aiuti. E' così monta la protesta.

"Le domande le abbiamo presentate ai Caaf e ora devono essere questi enti a risolvere il problema per un riesame che, a quanto ci consta, non è stato possibile finora a causa di un blocco nel sistema - spiega all'ANSA Gianuario Falchi uno dei portavoce dei pastori senza bandiera che proseguono la battaglia sul prezzo del latte ovino -. Il problema vero è che la Regione, con l'assessora dell'Agricoltura, è assente: ci auguriamo che qualcuno intervenga perché non è giusto che siano sempre le campagne a pagare".

 

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