Mannias firma per Sardegna Teatro l'Orestea di Eschilo
La cultura della Sardegna incontra il teatro greco, in un intreccio tra la potenza della tragedia, la musica e le suggestioni del canto a tenore. Valentino Mannias, Premio Hystrio alla vocazione, si cimenta con l'Orestea di Eschilo, che "racconta la nascita della democrazia in Occidente e il nostro rapporto con l' oltrevita", spiega il regista e attore. Lo spettacolo, prodotto da Sardegna Teatro, impreziosito dalle voci del Sòtziu Tenore Nugoresu, Gabriele Giuliano, Andrea Porcheri, Elias Brotzu e Luca Giovoni, debutterà nel 2021 nella necropoli di Tuvixeddu, a Cagliari. "Stiamo lavorando anche su una versione per i teatri al chiuso", annuncia all'ANSA Mannias, sua la regia e in scena con Giuseppe Palasciano, Lea Karen Gramsdorff, Marco Spiga, Maria Grazia Sughi, Marina Occhionero.
La pièce ha fatto il suo esordio, in forma di studio, al Teatro San Giorgio di Udine ed è stata al centro della residenza a Villa Manin curata dal co-produttore CSS Udine. Intanto fino al 13 settembre il cast abita lo spazio culturale Kymothoi, nella cittadina di Monemvasia, nel sud della Grecia, dove è in corso la residenza artistica resa possibile grazie alla collaborazione con Between the Seas. Mannias mette mano ad una originale rielaborazione drammaturgica che si intreccia con le musiche composte da Luca Spanu. La presenza del Coro a tenore, con la sua efficacia rappresentativa, sottolinea ulteriormente la funzione rituale dell'evento teatrale con artisti e pubblico disposti a cerchio e nel rispetto delle regole anti Covid.
Musica e canti religiosi e profani giocano un ruolo centrale, diventano elementi significativi della pièce. Le quattro voci del coro nuorese, che secondo la tradizione rappresenta la rielaborazione delle voci della natura, trovano una corrispondenza nei personaggi della tragedia: Agamennone, Oreste, Cassandra e il Chorus. "Durante il periodo di ricerca ci siamo interrogati sul nostro rapporto con la giustizia e la morte - racconta ancora Mannias - il nostro lavoro si concentra sull'analisi del testo originale per poi agire quelle parole sentendole necessarie oggi in una dimensione pubblica, rimettendo il Coro, inteso come comunità che rievoca la storia di Oreste, al centro della tragedia antica".