Coldiretti, "60% roghi è doloso. Subito stato di calamità"
La mano incendiaria anche quest'anno sta devastando la Sardegna mettendo in pericolo vite, lavoro, ambiente. Secondo una stima di Coldiretti almeno il 60% dei roghi registrati finora è di origine dolosa. A pagare a caro prezzo la piaga degli incendi sono le aziende agricole, esposte in prima linea a questa calamità. Anche gli ultimi del fine settimana che hanno interessato il nord Sardegna, in particolare quello di Loiri Porto San Paolo, hanno causato ingenti danni alle imprese del settore con la perdita di pascoli, scorte foraggere, recinzioni e danni ai boschi.
"Il mio umore in questi giorni è nero come le colline e i pascoli divorati dal fuoco - afferma il presidente Coldiretti della sezione di Trinità D'Agultu Sebastiano Suelzu, che ha visto bruciare i terreni della sua azienda - Ho visto, e non è purtroppo la prima volta, tanto lavoro e tanti sacrifici andati letteralmente in fumo. Dovrò fare nuovi investimenti per recinzioni e acquisto di foraggio per sopperire alla mancanza di pascolo. Spero che chi ha provocato tutto questo venga assicurato alla giustizia".
La macchina della solidarietà del mondo agricolo è sempre pronta "ma è chiaro che non basta perché il fuoco provoca tante perdite", commenta il presidente di Coldiretti Battista Cualbu, che nei giorni scorsi ha firmato la lettera inviata al governatore Solinas e agli assessori all'Ambiente e Agricoltura per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale per evento eccezionale catastrofico.
Gli incendi ogni anno trasformano in cenere anche centinaia di ettari di bosco, mettendo a rischio uno dei polmoni forestali più importanti d'Italia, quello sardo, che rappresenta l'11% dell'intero patrimonio nazionale. Oltre il 50% della superficie dell'Isola è occupata infatti da bosco, la media nazionale è di poco sotto il 35%. E per ricostituirlo - avverte Coldiretti - ci vorranno fino a 15 anni.