Elezioni: c.destra punta su Doria per Senato nord Sardegna

Sardegna

Vicino a Psd'Az e Lega ricompatta lo schieramento

È Carlo Doria il candidato scelto dal centrodestra in vista delle elezioni suppletive del 20 e 21 settembre che assegneranno il collegio senatoriale del nord Sardegna (Sassari, Gallura e 14 Comuni di Nuoro) rimasto vacante dopo la morte dell'esponente del M5s Vittoria Bogo Deledda.

Sassarese, 54 anni, ortopedico, Doria è molto vicino al Psd'Az e al governatore Christian Solinas, ma anche alla Lega. La sua indicazione rinsalda il patto tra i due partiti, che nel territorio risente dei malumori interni di cui entrambi patiscono, e conferma l'alleanza con tutto il centrodestra. Già nel voto del 2018 il collegio in questione era stato destinato al presidente del Psd'Az Antonio Moro, arrivato al secondo posto dopo Bogo Deledda.

A lungo si era detto che sardisti e leghisti fossero disposti a rinunciare a un loro candidato per individuare insieme agli alleati una figura proveniente dagli ambienti moderati. Si era fatto il nome del consigliere regionale dell'Udc Antonello Peru, record di preferenze alle ultime Regionali, che però, dopo aver sfidato il premier Conte ("mi candido solo nel caso si dovesse candidare anche lui", aveva detto alla stampa) ha ufficializzato la sua rinuncia: resterà tra i banchi dell'Assemblea sarda.

Sfumata anche l'ipotesi di Pietro Fois, leader dei Riformatori, attuale amministratore della Provincia di Sassari, in passato assessore e consigliere regionale, e mai decollata davvero la candidatura dell'ex assessore della Pubblica Istruzione Sergio Milia, si è arrivati alla scelta di Doria.

Una mano a chiudere la partita su un nome condiviso può essere arrivata dalla spaccatura nel centrosinistra. M5s, Pd, Leu, Progressisti, Demos e Centro democratico puntano, infatti, su Lorenzo Corda, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Sassari, mentre Italia Viva e Italia in Comune schierano Agostinangelo Marras, penalista conosciuto per la sua attività professionale anche oltre Tirreno. Possibile che queste divisioni abbiano rianimato il centrodestra, che ha allora deciso di non far scendere in campo un uomo di partito ma di scommettere su una figura nuova, selezionata nel mondo delle professioni e della società civile.

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