Sassari, lettera consegnata da difensori Cubeddu all'ANSA
"Se mi assolverete, avrete la coscienza a posto. Al contrario, sarete protagonisti di un'ingiustizia, condannare un innocente è gravissimo". È l'ultimo passaggio di una lettera scritta e poi consegnata all'ANSA dai suoi difensori, da Alberto Cubeddu, il giovane di Ozieri già condannato in primo grado all'ergastolo per il duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala, tra il 7 e l'8 maggio 2015.
Oggi pomeriggio è prevista la sentenza della Corte d'assise d'appello di Sassari: i giudici sono già in camera di consiglio e alle 13 il presidente comunicherà l'ora del pronunciamento. Nell'attesa il giovane ha riordinato i suoi pensieri e riempito quattro pagine di quaderno con grafia chiara, caratteri in stampatello maiuscolo, per chiedere giustizia e ribadire la sua innocenza. Le memorie scritte le ha consegnate ai suoi avvocati, Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli, chiedendo all'ANSA di pubblicarle.
LA LETTERA INTEGRALE DI CUBEDDU. Questo il testo integrale della lettera scritta da Alberto Cubeddu. "Non è semplice parlare, nel tentativo di voler esternare quello che penso e sento nell'anima, dopo anni ormai di sofferenza indescrivibile. Tra l'altro, mi scuserete, ma con lo scoraggiamento che mi ritrovo addosso penso che serva veramente a poco o a niente, visto ciò che è accaduto finora. Comunque, quello che voglio dirvi, in primis, rivolgendomi alla Corte, agli stessi giudici popolari, è che questa storia è di una assurdità incredibile. Iniziata tragicamente, con due giovani vittime, e finita peggio, con una terza vittima, e cioè io. Che ci crediate o meno, la verità, quella vera, non quella su carta, è proprio questa. Io posso guardare in faccia chiunque, consapevole di non aver fatto del male a nessuno. Al contrario di aver subito e di subire l'inferno, per il solo fatto di essere cugino di qualcuno. Ecco signori, la mia unica e ripeto unica colpa è questa".
"È assurdo - prosegue - che molta gente si sia prodigata per provare il falso. Se io sono del tutto innocente, come sono, come può accadere una cosa del genere? Se non fosse per la responsabilità di personaggi che hanno agito da veri delinquenti alla stregua quasi di chi ha assassinato quei due poveri ragazzi. Spero veramente che esista qualcuno o qualcosa al di sopra di tutti noi, perché allora quei ragazzi, che purtroppo non ci sono più, sanno benissimo che io sono un'altra vittima di questa orribile storia. È grave, molto grave, il modo di agire da parte di personaggi vari. Un modo di agire che induce i giudici a poter sbagliare, perché di questo si tratta. Chi mi ha condannato, ha sbagliato clamorosamente. Sono in molti ad avere la coscienza sporca, se mai hanno avuto una coscienza. Io ho la coscienza pulita, libera. Posso urlarlo davanti al mondo intero, purtroppo sono rimasto incastrato in un meccanismo infernale".
"Mi è stata rovinata la vita, la mia e quella dei miei familiari - dice ancora l'imputato - Chi mi conosce bene, sa benissimo che non stavo certo pensando a far del male, tantomeno entrare in una storia del genere, nel togliere la vita a ragazzi come me. Quanto mi fa male la condanna, mi fa male il fatto che mi si possa addossare una cosa del genere. Non sono nato certo per togliere la vita a qualcuno. In molti sono responsabili di aver rovinato la mia di vita. Voglio sperare signori giudici, voglio ancora sperare, nonostante tutto, che ci sia la vera giustizia, quella che dovrebbe scagionarmi del tutto. Non sto chiedendo niente, sto chiedendo il giusto. È assurdo, come dovrei fare per farvi capire che non c'entro niente? Io non sono in debito con la giustizia, al contrario lo è la giustizia con il sottoscritto. Credevo che una persona innocente potesse presentarsi a un giudice con la massima serenità, a quanto pare era solo un'illusione di un ragazzo che non conosceva questo orribile mondo. Infine vi dico con tutto il massimo rispetto per il ruolo che ricoprite che se voi mi assolverete avreste la coscienza a posto. Al contrario, sareste protagonisti di un'ingiustizia, lasciatemelo dire, molto grave. Condannare un innocente è grave, gravissimo".
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