Lettera aperta di Truzzu, Deiana, Cacip e sindacati
Lettera al premier Giuseppe Conte sulla grave situazione del Porto Canale di Cagliari. È un disperato appello firmato dal sindaco Paolo Truzzu insieme al presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna Massimo Deiana, al Cacip e ai sindacati. Il problema è quello che si trascina da anni: il vincolo paesaggistico che blocca presente e futuro dello scalo industriale di Macchiareddu. Un ostacolo che può essere superato solo con l'intervento delle massime cariche dello Stato perché, dal punto di vista giuridico, la situazione è congelata.
Tutto è legato alla realizzazione delle strutture in una spiaggia che non esiste più. "Ad oggi non sono ancora arrivate risposte, che comprendiamo non siano semplici data la complessità della situazione - si legge nella lettera - Il Porto Canale è una di quelle e c'è la necessità di sviluppare iniziative immediate per non perdere opportunità, investimenti e posti di lavoro. Il vincolo di cui parliamo comporta un notevole aggravio di costi e tempi per l'ottenimento di tutte le autorizzazioni paesaggistiche-ambientali propedeutiche a qualsiasi intervento strutturale".
Gravi ripercussioni: "A causa del vincolo, inoltre, più di 100 milioni di euro di investimenti di competenza dell'Adsp Mare di Sardegna, sono fermi: risorse che trasformerebbero radicalmente il porto industriale sia con il nuovo attracco delle navi RO-RO sia con la cantieristica navale del Porto industriale, opere queste ultime immediatamente cantierabili e in corso di affidamento". La proposta: sarebbe opportuno - si legge nell'Sos - accelerare anche l'azione del Governo per l'attuazione della Zes. "Cagliari si affaccia sul Mediterraneo. Ha tutto per giocare un ruolo strategico, negli scambi commerciali, nel transhipment, nella logistica, nella agguerrita competizione turistica, nella cantieristica navale industriale e da diporto - continua l'appello - Vogliamo fare di Cagliari il nuovo polo attrattivo per le società innovative che dispongono di risorse da investire nel Mediterraneo. Ci battiamo per salvaguardare tutti i dati di bellezza e identità. La revoca del vincolo in oggetto non arreca nessuna 'ferita' ma avvia un processo di sviluppo virtuoso e sostenibile".
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