Record nazionale sull'Irpef, mancano 7,5 milioni di euro
Anche i comuni iniziano a sentire il peso economico dell'emergenza coronavirus: le quasi quattrocento amministrazioni sarde hanno registrato ciascune un mancato incasso per i tributi locali di circa 70mila euro di media, con una perdita del 59 per cento. In tutto l'Isola ha perso 26,3 milioni. È quanto emerge da uno studio di Demoskopika che ha confrontato gli incassi dei Comuni italiani del periodo marzo-aprile del 2020 con lo stesso periodo dell'anno precedente rispetto ai principali tributi locali: addizionale Irpef, imposta municipale propria (Imu), tassa sui rifiuti (Tari), tributo per i servizi indivisibili (Tasi), tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap-Cosap), imposta di soggiorno e imposta comunale sulla pubblicità (Icp).
In termini assoluti la Sardegna è quartultima davanti a Friuli, Trentino, Valle d'Aosta e Molise: è una delle regioni che ha risentito meno della crisi. Per quanto riguarda la perdita in percentuale è sestultima davanti a Lazio, Molise, Basilicata, Friuli e Trentino. Pesantissima, in percentuale, la perdita per quanto riguarda l'Irpef: con il 67, 8 per cento in meno, la Sardegna è la prima regione in Italia. Mancano all'appello 7,5 milioni, con un valore medio per Comune di quasi 20mila euro. Sull'Iuc, imposta unica comunale, i valori di fermano a -58 per cento, con una perdita di 16,5 milioni.
Sull'Imu l'Isola perde il 52,8 per cento degli introiti, con -4,6 milioni. Per quanto riguarda la Tari, invec, mancano 11,8 milioni (-61,2 per cento). Pochi danni per la Tasi, -17 per cento (appena 47mila euro). Lo studio prova a delineare anche cosa potrebbe succedere con la tassa di soggiorno: in Sardegna la previsione è minima, 1,5 per cento. Per Tosap e Cosap percentuale più alte: 50,8 per cento in meno, con una perdita di 1,4 milioni. Nella tabella dell'Icp, infine, la Sardegna perde solo 800mila euro, con una percentuale del 41,8 per cento.