Corsa contro il tempo per protocollo sanitario
Il combinato disposto dei provvedimenti assunti nelle ultime 24 ore dal Ministero dei Trasporti e dalla Regione Sardegna in tema di collegamenti aerei contempla la possibilità che dal 21 maggio atterrino a Olbia gli aerei privati. Cè ancora da attenede, invece per Alghero. L'immediata apertura della cosiddetta aviazione generale era stata auspicata da Silvio Pippobello, amministratore delegato di Geasar, la società che gestisce il "Costa Smeralda".
In realtà, però, i giochi non sono ancora fatti: per sbloccare definitivamente la situazione e rendere attuabili le previsioni nazionali e regionali è necessario un protocollo d'intesa sugli aspetti sanitari della ripresa dei voli. Tra gli ostacoli da superare, anzitutto, c'è quello della quarantena prevista sino al 3 giugno per chiunque arrivi in Sardegna.
CONTENTI A META' - "Il Nord Sardegna è considerato zona rossa per i dati di Sassari". Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, spiega così la riapertura di Olbia e non di Alghero, decisa a livello ministeriale, ma anche i vincoli differenti di Olbia rispetto a Cagliari, stabiliti a livello regionale. "Io avrei aperto anche Alghero, ma non sta a me decidere", dice prima di scorrere il calendario e fare un appello. "Per ripartire servono protocolli e accordi che ancora non ci sono, ci sarà sicuramente un rinvio - dice - Christian Solinas abbia più coraggio e faccia arrivare qualcuno, altrimenti il turismo e l'economica non passeranno la nottata".
Nizzi boccia il 'passaporto sanitario', per lui basta che "chi deve venire faccia un test negativo nell'ultima settimana prima della partenza per la Sardegna", come spiega anche in una lettera inviata oggi al governatore. "Veniamo indicati come provincia rossa per colpa di Sassari - ribadisce - così come chiediamo autonomia amministrativa, vogliamo essere separati sui dati del contagio". Si fa sentire anche l'opposizione. Per il gruppo del Pd in Consiglio comunale "Solinas blocca la continuità territoriale dell'aeroporto di Olbia riaperto dalla ministra De Micheli". Secondo i dem, "il decreto della ministra ha ripristinato il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale aerea di tutti i cittadini del Nord Sardegna", mentre "il governatore impone all'aeroporto olbiese protocolli di sicurezza nuovi e diversi rispetto a quelli in uso a Cagliari per le stesse attività". "Olbia e la Gallura - è l'appello della miniranza consiliare - non siano sistematicamente penalizzati nell'attuazione della ripartenza rispetto al sud dell'Isola".
ALGHERO - Ad Alghero gli aerei restano a terra. Né il provvedimento del Ministero dei Trasporti, né quello del presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, contemplano l'aeroporto internazionale "Riviera del corallo" tra gli scali per cui è prevista la riapertura dal 21 maggio. Sulle ragioni di tale decisione circolano diverse ipotesi e aleggia un pò di confusione, anche e soprattutto perché i provvedimenti adottati a livello ministeriale e a livello regionale diversificano l'immediato destino dello scalo di Alghero rispetto all'aeroporto internazionale "Costa Smeralda" di Olbia, per il quale al contrario è prevista la riapertura, anche se solo per i voli privati e a determinate condizioni ancora da stabilirsi.
IL NORD OVEST INSORGE - "Che gli scali aeroportuali sardi autorizzati alla riapertura al traffico aereo siano solo Cagliari e Olbia l'hanno disposto i Ministeri dei Trasporti e della Salute per decreto, unilateralmente e senza confrontarsi con la Regione Sardegna". È l'atto d'accusa del presidente del Consiglio regionale, Michele Pais (Lega), rispetto al fatto che nel Nord Ovest Sardegna sta montando la protesta nei confronti del presidente della Regione, Christian Solinas, per la mancata riapertura di Alghero.
"La responsabilità di non aver concesso la riapertura anche dell'aeroporto di Alghero ricade interamente sul governo - insiste Pais - per assenza di un confronto con la nostra Regione, fatto grave e lesivo della nostra autonomia". La pensa allo stesso modo il sindaco della città catalana, Mario Conoci. "Il governo discrimina la città e il territorio - sbotta - qui siamo in ginocchio e c'è necessità che le misure di apertura siano uguali per tutti". Conoci chiede quindi ai Ministeri competenti di "rivedere la decisione e ascoltare la richiesta dell'intero Nord Ovest Sardegna, disponendo la riapertura anche dell'aeroporto di Alghero". "Una esclusione inspiegabile - attacca - discrimina fortemente i residenti e il territorio, la cui vita sociale ed economia dipendono in modo determinate dai trasporti, fondamentali per la programmazione delle attività turistiche e per una vera ripresa dalla nostra comunità".
Della vicenda fornisce tutt'altra lettura Gavino Manca, deputato sassarese del Partito democratico. "Dopo un lungo pressing, il ministero dei Trasporti ha autorizzato la riapertura di un secondo aeroporto nell'isola, individuando quello di Olbia come il più baricentrico rispetto all'asse tra Sassari e Nuoro", spiega il parlamentare dem. "È una scelta temporanea, che va incontro alle esigenze di chi deve spostarsi oltre Tirreno per motivi di lavoro o per necessità. Ora - anuncia - si sta lavorando affinché nelle prossime due settimane si arrivi anche alla riapertura dell'aeroporto di Alghero".
Piuttosto, accusa Manca, troviamo incredibile che, nonostante in Gallura l'indice RT non sia calcolabile, il presidente della Regione abbia imposto all'aeroporto di Olbia protocolli di sicurezza più stringenti rispetto a quelli adottati a Cagliari. Se i cittadini del Sassarese e della Gallura sono così pericolosi, perché li si fa partire tranquillamente da Elmas senza ulteriori controlli?", chiede provocatoriamente il deputato del Pd prima di definire "inaccettabile l'ennesimo scaricabarile attivato dalla maggioranza di centrodestra in Regione per giustificare la scelta di Olbia, ma i cittadini sono stanchi di questo modo di fare politica".