Si parte con Sassari Cagliari e Nuoro sedi Covid hospital
DI ROBERTO MURGIA
Sono in prima linea e fanno turni massacranti. Staccano, vanno a casa e poi ricominciano. Ogni giorno è così per rianimatori, infettivologi, pneumologi, medici di pronto soccorso, infermieri e operatori socio sanitari: il personale in corsia direttamente impegnato con i positivi al coronavirus. "Alla fine di questa storia avranno meritato tutti la medaglia - dice l'assessore della Sanità della Regione Sardegna Mario Nieddu - per questo vanno salvaguardati e coccolati". Come? "Chi vuole, dopo il lavoro potrà scegliere di alloggiare in albergo, sarà assistito come è giusto che sia".
La disciplina di questa forma di tutela per medici e infermieri sardi sarà contenuta in un'ordinanza che il presidente Christian Solinas potrebbe emanare in serata. Le strutture ricettive individuate per ospitare gli operatori dovrebbero essere tre, quanti sono attualmente i Covid Hospital operativi in Sardegna, e cioè l'azienda ospedaliero universitaria di Sassari, l'ospedale San Francesco di Nuoro e il Santissima Trinità di Cagliari.
"Partiamo con Sassari, Nuoro e Cagliari - spiega l'assessore - ora stiamo effettuando una mappatura del personale per capire quante strutture servano". Probabilmente tre e non di più, almeno fino a quando non diventeranno pienamente operativi tutti gli altri ospedali Covid privati: il Policlinico Sassarese, il Mater Olbia e Clinica Città di Quartu. Nella prossima ordinanza il governatore Solinas darà anche conto degli hotel scelti per il ricovero dei soggetti in quarantena. Dovrebbero essere una decina circa in tutto, e su base volontaria. Saranno destinati a positivi asintomatici e a chi deve rispettare la quarantena ma non può trascorrere il periodo nel proprio domicilio per il pericolo di entrare in contatto con i familiari.
Ovviamente, le strutture alberghiere deputate saranno a poca distanza dagli ospedali che attualmente trattano il Covid-19, quindi nei grossi centri abitati. Non tutti gli hotel potranno offrire il servizio: solo quelli in grado di garantire facile accessibilità e igienizzazione. Il rapporto tra le strutture ricettive e la Regione sarà disciplinato da una convenzione: le aziende del settore saranno rimborsate del vitto, dell'alloggio e delle spese per la sanificazione.
"La disponibilità degli albergatori è volontaria, non c'è alcuna requisizione - tiene a precisare il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca - ma in quest'emergenza sanitaria le strutture sono chiamate a fare la loro parte, a offrire un servizio, e non si tirano indietro". L'occasione potrebbe essere buona per quelle che hanno assunzioni annuali. "Sono le più interessate ad aprire - chiarisce Manca - una convenzione con la Regione può anche far comodo in questo periodo". Di certo la cifra destinata agli albergatori non sarà così appetibile da far aprire i grandi hotel a cinque stelle nelle zone più esclusive della Sardegna.
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