dei 442 casi, il 71% ha avuto sintomi
Dei 442 casi riscontrati positivi al coronavirus in Sardegna, il 71% ha avvertito sintomi come febbre o tosse, il 29% non ha avuto alcun sintomo. Ancora, per il 26% il Covid-19 ha colpito operatori sanitari, una percentuale che supera il 50% nella provincia di Sassari, il 74% ha riguardato il resto della popolazione. Su 18 persone che hanno perso la vita, 15 sono maschi. Sono i numeri che il presidente della Regione Christian Solinas ha comunicato durante la terza videoconferenza con i giornalisti da quando è scattata l'emergenza sanitaria.
Il governatore ha anche fatto il punto sull'approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, e sul numero di medici e infermieri assunti da quando è iniziata l'emergenza, oltre cinquecento. Ieri, ha detto, sono arrivate 450mila mascherine già distribuite dalla protezione civile regionale in questa proporzione: 30mila all'Aou di Sassari, 365mila all'Ats, cinquemila all'Areus.
Solinas ha ribadito che del fabbisogno comunicato alla protezione civile nazionale, ancora la Regione ha visto poco nulla. "Tutto ciò che arriva, è grazie alle nostre forze e alla solidarietà". La Regione ha anche ordinato 40mila kit di test rapidi per screening a tappeto da effettuare nelle zone dove il virus si è diffuso di più.
BRACCIALETTI PER GLI ASINTOMAICI, SI PARTE - di Roberto Murgia
Conoscere in tempo reale temperatura corporea, battiti cardiaci e il livello di ossigeno nel sangue di asintomatici e Covid-19 positivi ma senza segnali premonitori in quarantena a casa. Sembra impossibile ma non lo è. Sono sufficienti dei braccialetti-saturatori elettronici che la Regione Sardegna ha già provveduto a ordinare per contrastare la diffusione del coronavirus e conservare lo status di Regione tra le meno colpite dall'emergenza. Il presidente Christian Solinas spera di sviluppare l'idea. "Ho già chiesto ai tecnici informatici di fare tutte le verifiche", spiega. Intanto arriveranno i primi duemila pezzi.
"Si tratta di un prodotto che trasmette in remoto i valori ad una centrale, in questo caso l'Unità di crisi regionale, che li monitora costantemente", chiarisce il governatore. I pazienti che indosseranno il braccialetto sono gli asintomatici in isolamento nel proprio domicilio o nelle strutture (alberghi o ospedali in disuso) che la Regione destinerà per le quarantene di una parte dei 26mila arrivati nell'Isola da quando è scattata l'emergenza sanitaria. Grazie al braccialetto, se il livello di ossigeno nel sangue dei pazienti dovesse abbassarsi oltre una certa soglia, sarà possibile arrivare a una ospedalizzazione precoce.
In pratica, osserva Solinas, "questa soluzione permette di evitare che queste persone entrino nei presidi in condizioni cliniche già gravi che determinano l'ingresso diretto in terapia intensiva con la necessità di essere intubati". Questo, aggiunge, genera due conseguenze positive: "Da un lato ci è permesso di intervenire in modo precoce, ma dall'altro il monitoraggio consente di avere un discrimine sui falsi allarmi, cioè su quanti dovessero chiedere l'intervento del 118 o dei numeri Covid dedicati perché magari avvertono una sensazione che non è invece corroborata dai dati scientifici rilevati in modo costante".
L'idea è legata a quella della app, sempre lanciata dalla Regione, con l'obiettivo di monitorare e tracciare i 26mila tra "fuggitivi" dal nord che hanno raggiunto le seconde case al mare e sardi in rientro - studenti universitari, ragazzi Erasmus e lavoratori licenziati. Quello dei braccialetti elettronici "è un altro meccanismo di telemedicina - precisa il presidente - di tecnologia applicata che può aiutare a razionalizzare la battaglia che stiamo facendo sul fronte coronavirus: io ho chiesto ai tecnici di mettere in piedi il sistema, poi, man mano che la gente guarisce, sarà possibile riutilizzare i dispositivi".
Data ultima modifica