Procura Tempio, avviso conclusioni indagini del Noe
La Procura di Tempio Pausania ha notificato al presidente del Consorzio industriale provinciale del Nord Est Sardegna, Mario Enzo Gattu, e al dirigente del settore Igiene ambientale, Servizio idrico integrato e Depurazione reflui industriali dello stesso ente consortile, Giovanni Maurelli, l'avviso di conclusione delle indagini preliminari condotte dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Sassari relative ai fanghi di depurazione campani smaltiti nella discarica di Spiritu Santu.
L'attività investigativa, avviata nel novembre del 2018 con un’ispezione all'interno dell'impianto olbiese di trattamento e smaltimento dei rifiuti, puntava a verificare la corretta gestione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane provenienti dai depuratori di alcuni Comuni delle province di Napoli e Caserta.
Al termine delle indagini il Noe denuncia le violazioni delle prescrizioni contenute nell'Autorizzazione integrata ambientale, la gestione non autorizzata di quei fanghi, il loro trasportati nell'isola con mezzi non iscritti all'Albo gestori ambientali, false indicazioni sulla qualificazione dei rifiuti prodotti dalle operazioni di stabilizzazione per il conferimento in discarica, omissioni sulle indicazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti nei registri di carico e scarico dell'impianto di biostabilizzazione, così da eludere la tracciabilità dei rifiuti stessi. La tesi degli investigatori è stata pienamente condivisa dalla Procura gallurese.
CIPNES, ACCUSE NON VERITIERE - "Che la Procura di Tempio mi contesti il trasporto illecito di rifiuti è radicalmente non veritiero, al limite della calunnia, un fatto di assoluta gravità che sarà opportunamente segnalato e valutato nelle competenti sedi giudiziali". L'ingegnere Giovanni Maurelli, dirigente del settore ambientale del Consorzio industriale provinciale del Nord Est Sardegna (Cipnes), replica così alla chiusura delle indagini sulla vicenda dei fanghi di depurazione campani smaltiti nella discarica consortile di Spiritu Santu, a Olbia, che lo vede indagato insieme al dirigente Mario Enzo Gattu.
Secondo Maurelli e Gattu, la nota inviata dai carabinieri del Noe che hanno compiuto le verifiche in loco annunciando la fine dell'inchiesta contiene "macroscopiche inesattezze, fuorvianti per chi è profano in materia di gestione dei rifiuti", e ancora: "errori materiali, così definiti dai tecnici inquirenti fautori delle analisi, commessi nell'accertamento delle caratteristiche dei fanghi in questione". In pratica, afferma Maurelli, i fanghi erano stati "qualificati grossolanamente come rifiuti speciali pericolosi, ma erano semplici rifiuti non pericolosi, ammissibili normalmente nell'impianto consortile di trattamento e smaltimento rifiuti. Ciò ha fatto decadere in toto la principale accusa mossami originariamente di gestione e traffico illecito di rifiuti pericolosi", ribatte.
Inoltre "le modalità adottate in base all'autorizzazione integrata ambientale per gestire quei fanghi sono state votate al principio di massima cautela ambientale e a favore della massima sicurezza, in stretto coordinamento con la polizia di Stato che conduceva indagini nazionali sui flussi dei fanghi di depurazione". Quanto all'inosservanza di alcune prescrizioni fissate nell'Aia, Maurelli dichiara: "chiarirò agevolmente i fatti contestati, difendendo la personale assoluta correttezza nella gestione dei rifiuti nell'impianto consortile, ma nelle sedi preposte istituzionalmente e certo non attraverso semplici e fuorvianti comunicati stampa".