Cgil, aziende rifiutano alternanza tra postazioni vicine
Allarme bipartisan sui livelli di sicurezza nei call center dell'isola, dove tanti operatori sono costretti a lavorare in una stessa stanza e a distanza ravvicinata. "Recepiamo la preoccupazione dei rappresentanti sindacali che si sono appellati anche al Prefetto di Cagliari per sollecitare misure straordinarie - dichiara il segretario sardo del Pd Emanuele Cani - e invitiamo le aziende al recepimento delle disposizioni e all'assunzione del senso di responsabilità necessario per affrontare questa emergenza".
Il gruppo di Fratelli d'Italia fa sue le parole della leader Giorgia Meloni: "Tra i tanti vuoti normativi del governo Conte c'è sicuramente quello che riguarda gli operatori dei call center: come si fa ad avere condizioni di sicurezza garantite lavorando in decine in uno stanzone? Il governo garantisca anche a queste persone di poter lavorare in sicurezza, aiutando le aziende ad attivare lo smart working o verificando in modo puntuale che vengano rispettate le distanze e le dotazioni che servono".
Slc Cgil parla direttamente di "mancato rispetto delle norme di sicurezza: molte aziende rifiutano l'alternanza tra postazioni", denuncia il segretario regionale della Slc Cgil Antonello Marongiu che sottolinea: "La salvaguardia della salute è un diritto preminente e superiore rispetto alle indicazioni di aziende e capi che, anche in questa emergenza Covid-19, stanno invece anteponendo l'interesse della produzione".