Locali si attrezzano in tutta Isola, tavoli a distanza sicurezza
DI MARIA GRAZIA MARILOTTI
Ristoranti semivuoti, con un calo di presenze di circa il 50%, tavoli distanziati, misure igienizzanti più efficaci e cibo da asporto potenziato con i box igienici per la consegna andati a ruba. E' la fotografia del "mangiare fuori casa" ai tempi del coronavirus. Il comparto in Sardegna accusa i primi segnali preoccupanti della crisi dovuta all'emergenza sanitaria per la diffusione del Covid-19. E arrivano misure più stringenti con il rischio di multe e sospensione dell'attività per i trasgressori. Le polizie municipali si occuperanno dei controlli in tutti i luoghi di aggregazione e nei locali pubblici per far rispettare le norme contenute nell'ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri.
"La paura c'è, stiamo cercando di tamponarla seguendo con rigore indicazioni e buona prassi igienica - spiega Manuele Fanutza del Letizia di Nuxis, nel Sulcis - Lavoriamo su 30 coperti al posto degli 80 per via delle norme sulla distanza di almeno un metro tra i tavoli. Noi li abbiamo separati di un metro e mezzo. Per i lavoratori monitoriamo la temperatura, forniamo mascherine e guanti, spazi e piani di lavoro sono igienizzati con frequenza. L'incremento della richiesta di pizze d'asporto per ora ci consente di resistere".
Al Chiaroscuro di Cagliari il calo dell'affluenza viaggia intorno al 50%. "In tanti, già in fase di prenotazione, vogliono essere rassicurati sul rispetto delle distanze di sicurezza tra i tavoli - racconta la titolare, Marina Ravarotto - Per fortuna i nostri erano già distanziati. Sala e bagni sono dotati di dispenser con soluzioni igienizzanti, guanti monouso in cucina. Il personale di sala è stato istruito su cosa fare in presenza di sintomi e abbiamo esposto il decalogo del ministero. Uno sforzo da parte nostra è d'obbligo al pari di un impegno e rispetto sociale anche da parte dei nostri clienti".
Dal ristorante Dal Corsaro, a Cagliari, per ora pochi contraccolpi. "Ma la situazione è in divenire - fa sapere lo chef stellato Stefano Deidda - Si aspetta di avere un quadro più chiaro, nel frattempo rispettiamo tutte le indicazioni, anche quelle più scomode. Occorre essere disciplinati e responsabili senza se e senza ma". Luigi Pomata, titolare e chef dell'omonimo ristorante cagliaritano, ammette: "La situazione è grigia. Sto ragionando su come fare a mantenere al lavoro tutti i miei ragazzi - spiega - Per il resto mi attengo a tutte le linee guida emanate dalle autorità competenti facendo sedere a giusta distanza i pochi clienti e potenziando il nostro servizio export. Spero passi presto, perché non sarà una situazione economica sostenibile per lungo tempo".
La gelateria Dolci Sfizi di Macomer ha appeso un foglio sulla porta con l'invito a "entrare un pò alla volta perchè la salute di tutti è più importante del mio incasso", dice il titolare Niccolò Vellino che annuncia: "da domani parte il servizio a domicilio di tutti i nostri prodotti, gelato, semifreddi e cioccolati".