Ragazzo e ragazza in primo grado condannati a 16 anni
La conferma della condanna a 16 anni di carcere è stata chiesta dalla Pg Liliana Ledda nei confronti dei due giovanissimi, lei 18enne lui 19enne, minorenni all'epoca dei fatti, sotto processo a Cagliari per l'omicidio di Manuel Careddu. Nella prima udienza svoltasi davanti alla sezione per i minori della Corte d'appello, presieduta da Giovanna Osana, è stata già fissata la data della sentenza: il 12 marzo prossimo.
La pubblica accusa ha dunque sollecitato la conferma delle due condanne emesse in primo grado. La ragazza ha rilasciato dichiarazioni spontanee in cui si è detta pentita per quello che ha fatto. Dopo la Pg hanno parlato i difensori degli imputati, gli avvocati Giancarlo Frongia e Gianfranco Siuni: entrambi hanno chiesto di far cadere la premeditazione nel tentativo di alleggerire la pena ai due ragazzi. Una linea difensiva contestata dalla mamma di Manuel, Fabiola Balardi. "Ritengo già pochi i 16 anni, ma che almeno questi vengano confermati", ha detto la donna al termine dell'udienza durata circa 2 ore e mezza. Con lei c'era anche il marito Corrado Careddu, entrambi sono assistiti dagli avvocati Luciano Rubattu e Gianfranco Piscitelli.
Gli allora minorenni - tutti e due presenti in aula - sono accusati di aver partecipato all'omicidio del 18enne di Macomer e di averne poi occultato il cadavere, trovato sepolto in un terreno dell'oristanese un mese dopo il delitto. Con loro tre maggiorenni di Ghilarza, Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta, tutti già condannati in primo grado: il primo all'ergastolo, gli altri due rispettivamente a 30 anni e a 16 anni e 8 mesi di reclusione. L'11 settembre 2018, secondo le ricostruzioni processuali, Manuel Careddu era stato prima attirato in una trappola, poi ucciso brutalmente sulla sponda del lago Omodeo, in provincia di Oristano, a colpi di piccone e badile perché chiedeva di incassare i soldi dell'hashish che aveva venduto alla ragazzina, circa 400 euro.