Dino, lo "chef dei poveri" diventa commendatore

Sardegna
@ANSA

Dall'isola La Maddalena a Roma, 90 anni al servizio dei poveri

DI STEFANO AMBU

Due isole orgogliose del conferimento a Dino Impagliazzo dell'onorificenza al merito della Repubblica italiana da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: tutta la Sardegna e, nel dettaglio, La Maddalena. È nato ottantanove anni fa proprio nell'isola davanti a Palau lo "chef dei poveri" - 90 anni il prossimo 2 maggio - che ha trasformato la sua vita in una missione a favore di chi non ha i soldi nemmeno per un panino. Impagliazzo ha vissuto lì l'infanzia e prima l'adolescenza per poi trasferirsi a quindici anni a Roma. E infatti il "suo" sindaco, il primo cittadino di La Maddalena Luca Montella, è stato uno dei primi a congratularsi pubblicamente con lui.

"Dino dà da mangiare a chi ha bisogno. Quando la solidarietà ed il volontariato sono l'espressione dell'anima. Che esempio per tutti! Una isola con tante medaglie, evidentemente non solo al valor militare. Dino grazie! Tutta la città è orgogliosa di te!", scrive il sindaco in un post su Facebook che ha già ricevuto centinaia di "mi piace" con decine e decine di commenti e di condivisioni. Impagliazzo torna ogni estate nella sua isola ed è molto conosciuto e apprezzato soprattutto per la sua attività al servizio degli ultimi. Da oggi è commendatore al merito della Repubblica italiana, con una motivazione che racchiude l'impegno di una vita a favore dei poveri: "Per la sua preziosa opera di distribuzione di pasti caldi e beni di prima necessità ai senzatetto presenti in alcune stazioni ferroviarie romane".

Tutto era cominciato con un panino portato a un senza tetto alla stazione della Tuscolana. Poi la sua missione è diventata un'associazione, Romamor, che coinvolge ogni giorno decine di volontari. Con una preoccupazione quotidiana: sfamare chi ne ha bisogno. Ogni mattina Dino si sveglia alle sei, fa il giro dei panifici per la raccolta delle focacce da riempire tenendo conto anche delle religioni e delle tradizioni culinarie di chi poi le ricevera'. "Non esiste un caso che mi ha impressionato più di un altro - raccontò all'ANSA in una intervista di 4 anni fa - Ogni persona è un caso importante, unico". Una vocazione nata dall'esigenza di rispondere con i fatti alle richieste del Vangelo. Con un cattolicesimo "di sostanza", per usare le parole dello stesso Impagliazzo. Una solidarietà che si è affinata con il passare degli anni e che punta sempre più all'inclusione: anche le persone da sfamare ora danno una mano in cucina per preparare i pasti agli altri che hanno bisogno.
   

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