Cagliari, in mostra i retabli dell'epoca che dimostrano teoria
La soluzione dell'enigma dell'uomo vitruviano e della sua armonia non è nel cerchio e non è nel quadrato. Ma in una doppia spirale con misure perfette e ripetute. Non solo in quell'opera ma anche nella Gioconda e nel Cenacolo. Dai retabli sardo catalani alla soluzione di uno dei misteri della storia dell'arte internazionale. I "trucchetti" di Leonardo Da Vinci usati per la "divina proporzione" di una delle sue opere più celebri, sono già nei dipinti ospitati alla Pinacoteca di Cagliari. E sono il tratto comune delle più importanti opere della storia dell'arte. È il risultato dello studio condotto in oltre trent'anni di fatiche dallo storico dell'arte Roberto Concas.
Matematica e "spirito divino" che guidano la mano degli artisti. Leonardo stesso - ha spiegato Concas - usava i suoi codici e le sue 'doppie spirali' geometriche nelle sue opere. Qualcosa che era davanti agli occhi di tutti, ma che è stato decifrato proprio da Concas e mostrato (e dimostrato) matematicamente a 500 anni dalla morte di Leonardo. Per la prima volta si propone una teoria inedita della storia dell'arte tra il IV e il XVIII secolo. L'illuminazione è arrivata proprio dall'analisi attentissima ed esperta dei retabli di Castello a Cagliari. E dal confronto con l'armonia e la perfezione dell'uomo vitruviano. Un enigma mai sciolto. Anche andando a guardare e riguardare cerchio e quadrato dell'opera di Leonardo.
"La soluzione non era lì, in quel cerchio e in quel quadrato - ha ribadito Concas - noi abbiamo trovato una chiave matematica, dimostrabile e ripetibile. Senza nessuna presunzione, nessuno aveva dimostrato la ricorrenza di queste geometrie in maniera così rigorosa".
Il 19 dicembre a Cagliari si ribadirà il concetto anche con fili di lana che sui retabli andranno a dimostrare la scoperta di Concas. Ed è un punto di vista nuovo che sicuramente farà discutere perché propone chiavi di lettura inedite su secoli di arte. Concas ha svelato anche il perché delle quattro gambe dell'uomo vitriviano. La soluzione? Un banalissimo specchio che consente di guardare gli arti inferiori anche da un altro punto di vista.