L.elettorale: firme per proporzionale

Sardegna

Collegio unico, via soglia sbarramento e voto disgiunto

Collegio unico regionale, proporzionale puro, abolizione della soglia di sbarramento e del voto disgiunto, rappresentanza di genere garantita. Sono alcune delle caratteristiche chiave della "proporzionale sarda", la proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica del sistema elettorale vigente in Sardegna. Oggi il comitato guidato dal leader di Liberu, Pierfranco Devias, ha illustrato i quattordici articoli del testo.

"E' giunto il momento di dare protagonismo al popolo sardo - spiega Devias - restituendogli la possibilità di scegliere una legge che sostituisca quella attuale antidemocratica, ingiusta e non rappresentativa della nostra società, di tutti i territori, di tutte le aree politiche e di entrambi i generi". Molto presto inizierà la raccolta delle diecimila firme necessarie: "Organizzeremo banchetti e giornate informative nei diversi territori". Ci sono sei mesi di tempo, ricorda il proponente, "e contiamo di chiudere ad aprile 2020 con quante più firme possibili".

Nella bozza è previsto anche un premio di maggioranza, molto alto, che passa da quello attuale del 25% al 34%. Alla lista che dovesse raggiungerlo verrebbero assegnati 32 seggi, compreso quello del presidente. Ogni lista - composta da sessanta candidati, di cui 30 donne - concorre autonomamente perché sono vietate le coalizioni. Se nessuna lista raggiunge la soglia del premio di maggioranza, il presidente della Regione verrà indicato dal Consiglio tra i candidati a governatore collegati a ciascuna lista. Ogni elettore ha diritto ad esprimere due preferenze, nel rispetto della parità di genere.

"La proporzionale sarda mette in primo piano il programma politico - chiarisce Devias - Oggi la legge elettorale incentra il meccanismo della vittoria sulla figura del presidente, noi invece pensiamo che le persone debbano scegliere dei progetti, e in base a questo avere consiglieri regionali e presidenti espressione di questa progettualità politica". Insomma, "il voto va al progetto, alla lista, al consigliere regionale e al candidato governatore. Da qui la necessità di abolire l'obbrobrio del voto disgiunto".
   

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