Accolta richiesta procura, "sversamento non è imbrattamento"
di Fabrizio Fois
Di fronte a circa un centinaio di denunce - "oltre 200" secondo i pastori sardi - per i blocchi stradali, gli assalti alle autocisterne e lo sversamento del latte in strada, una prima tranche giudiziaria si chiude con un'archiviazione. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nuoro, su richiesta della sostituta procuratrice Ilaria Bradamante, ha definito la posizione di 25 pastori indagati per il blocco di un camion per il trasporto del latte a Lula, nel Nuorese, lo scorso 13 febbraio nell'ambito della vertenza sul prezzo del latte da parte dei produttori isolani.
Una battaglia ancora non conclusa, ma incanalata nei tavoli ministeriali. La pm aveva già argomentato, nella sua richiesta, che "non sussiste violenza privata poiché il conducente del camion faceva salire i manifestanti ad ispezionare il veicolo di propria volontà; non vi è stato sversamento dei prodotti trasportati, poiché i manifestanti hanno rovesciato bidoni del latte da loro stessi portati sul luogo, e che pertanto non vi è stato danneggiamento del carico del furgone e del relativo carico". Inoltre "lo sversamento del latte non può integrare il reato di imbrattamento".
Le informative delle forze dell'ordine sui blocchi stradali e sugli episodi di violenza avvenuti nei 15-20 giorni di febbraio, erano arrivate in quasi tutte le Procure sarde, da Cagliari a Sassari passando per Nuoro e Lanusei, che avevano aperto fascicoli sul caso latte. In particolare sono stati contati otto assalti alle autocisterne del latte, alcune delle quali erano state date alle fiamme e gli autotrasportatori erano stati costretti a sversare il prodotto, mentre i blocchi stradali erano stati molti di più. Diverso, invece, il caso che ha portato all'archiviazione del procedimento penale nei confronti dei 25 pastori che ora sono usciti senza conseguenza dalla loro vicenda processuale. A Lula, per la Procura, non c'era stata nessuna violenza e nessun blocco. Soddisfatti gli avvocati Giulia Lai, Marcella Cabras, Adriano Sollai e Michele Zuddas, i quali hanno ribadito a più riprese che "la manifestazione si svolse pacificamente e che ogni condotta rientrava nel diritto di ogni individuo di manifestare pacificamente il proprio dissenso".
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