Randagismo e microchip, appello a Nieddu

Sardegna

Post virale su Fb di un rifugio attraverso "voce" di un randagio

Una lettera all'assessore regionale della Sanità Mario Nieddu per sollecitare maggiori controlli nelle campagne sulle condizioni dei cani e sull'obbligo di microchip, previsto dalla legge 281 del 1991. L'appello, che arriva a pochi giorni dall'ultimo episodio sul 'canile lager' sulla Giara di Gesturi, segnalato da una turista francese su Facebook e per il quale è stato denunciato un allevatore, è stato lanciato dalla pagina Fb del rifugio Facedog di Macomer attraverso la "voce" dell'ex randagio Scrub. Un messaggio che è diventato virale sui social.

"Sono un grande appassionato di lettura ed oltre a leggere e suggerire libri alle mie followers, mi diletto a leggere le Leggi, oltreché ad osservarle. Nello specifico quelle relative al mondo a cui appartengo. Il mondo animale. La mia preferita è la Legge 281 del 14 Agosto 1991. La leggo di continuo e ritengo che, in un sistema legislativo così perfettamente organizzato, è davvero incredibile che nella realtà dei fatti, poi, non funzioni", si legge. "Se la Legge impone l'obbligatorietà della microchippatura e tutta una serie di autorità che ne verifichino l'avvenuta applicazione da parte dei detentori sui propri cani, poi la cronaca ci rivela situazioni in cui tale inosservanza è recidiva. Ma troppo recidiva, Assessore Nieddu.

Talmente recidiva che risulta lampante una conclusione. Le autorità preposte non controllano", è scritto ancora nel post "Secondo Lei è possibile che nel 2019 nelle campagne sarde quasi nessuno dei cani da pastore possieda il microchip? È possibile che riempiamo le testate giornalistiche con realtà imbarazzanti in cui è innegabile che le autorità preposte siano praticamente assenti e che la Regione Sardegna non riesca nel 2019 a pretendere che tali autorità facciano il proprio lavoro? - si chiede nell'appello - Se partiamo dalle campagne a far capire che i cani hanno leggi che li tutelano e che vanno osservate, stiamo dando alla Sardegna la possibilità di riscattarsi da una cultura retrograda che non deve più appartenerci e che invece spesso ci definisce oltre i nostri confini".

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