Una manifestante dell'epoca, "difendete i vostri territori"
Una marcia silenziosa da Orgosolo fino a Pradu, per ricordare i fatti di Pratobello di 50 anni fa, quando una folla di 5mila persone del paese, occupò le terre pubbliche in cui lo Stato aveva deciso di realizzare un poligono militare di tiro. Quegli appezzamenti erano l'unica risorsa preziosa per il sostentamento della comunità e così una popolazione unita decise di impedire il disegno governativo: migliaia di uomini mandati dallo Stato a impedire "la rivoluzione pacifica" dovettero desistere di fronte a centinaia di donne, uomini, anziani e bambini, che nel giugno del 1969 si erano trasferiti a Pratobello decisi a lottare per le loro terre.
Oggi nella marcia, organizzata da un comitato spontaneo di cittadini di Orgosolo, erano presenti alcuni dei protagonisti dell'epoca e i tanti movimenti che lottano in Sardegna contro le basi militari: Sardigna Natzione con in testa Bustianu Comustu, Gettiamo Le basi con Mariella Cao, a Fora Sos Italicos dae sa Sardigna e altri movimenti indipendentisti.
"Con Pratobello abbiamo difeso le nostre terre e la nostra dignità - ha spiegato Mariangela Noli, una delle donne di Orgosolo che manifestò all'epoca - Il nostro territorio era una grande risorsa ed è ancora lì grazie a noi che lo abbiamo difeso. La mia presenza oggi qui vuole essere un messaggio per i giovani: difendete i vostri territori, rispettateli e migliorateli sempre". Uno speeker ha sottolineato il ruolo del circolo giovanile di Orgosolo, braccianti e giovani studenti che hanno ispirato la lotta.
"Stiamo ricordando un momento storico dell'isola che ha fatto da catalizzatore ad altri momenti venuti successivamente contro le basi militari: ricordiamo Capo Frasca nel 2014 - ha detto Bustianu Cumpostu -. Pratobello è stato un esempio per tutti". "Oggi stiamo ricalcando i passi di chi, con la lotta di Pratobello ci ha dato l'esempio - ha aggiunto Nicola Piras di A Foras - La manifestazione di 50 anni fa ha segnato il passo contro le basi militari ed è stata la prova che una popolazione unita, può battere un nemico forte e organizzato". Al termine del corteo è stata inaugurata un'opera per ricordare quei fatti.