Associazione attacca, esclusi e non siamo stati coinvolti
Separati in casa. La Regione Sardegna andrà al Salone del libro di Torino senza l'Associazione editori sardi che si presenterà con un proprio stand senza le insegne regionali. A provocare lo strappo è "la scelta degli uffici dell'assessorato regionale della Cultura di affidare la gestione dello stand isolano a una società sassarese, la Smeralda Consulting, sulla base del solo criterio del minimo ribasso, senza tener conto della proposta culturale e della mancanza di coinvolgimento degli editori sardi", come ha spiegato, in una conferenza stampa convocata ad hoc a Sassari, la presidente dell'Aes, Simonetta Castia.
"Gli editori sardi parteciperanno in maniera autonoma perché sono stati esclusi dalla Regione, che ha deciso di destinare le risorse destinate alle opere edite in Sardegna a una società che offre servizi di carattere generalista", spiega la presidente. Una scelta tanto più contestata perché, sconfessando il modus operandi degli scorsi anni, "arriva a pochi giorni dall'inaugurazione del Salone", ma anche perché "si decide che l'attribuzione delle risorse non avvenga in funzione della qualità e della programmazione culturale, ma in un'ottica di ribasso e di risparmio delle risorse".
La base d'asta era di 39mila euro, "il ribasso del 40% ha permesso alla Regione di affidarlo alla società vincitrice per 22mila euro - commenta Simonetta Castia - non è sostenibile, è molto al di sotto delle risorse impiegate negli ultimi dieci anni". A questo punto "gli editori sardi, quasi tutti raccolti sotto la sigla di Aes, parteciperanno in proprio - annuncia Castia - mentre lo stand della Regione resterà vuoto e sarà animato esclusivamente da iniziative di comunicazione istituzionale". E questo, conclude la presidente degli editori sardi, "tradisce al 100% gli obiettivi di promozione dei libri editi in Sardegna, fissati dalla legge 22".