Opere pubbliche, -450 mln finanziamenti

Sardegna
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Confartigianato, a rischio 23mila imprese e 64mila addetti

(ANSA) - CAGLIARI, 12 APR - Tra il 2009 e il 2017 in Sardegna gli investimenti pubblici in infrastrutture sono crollati del 35,1%, registrando una contrazione di 449 milioni di euro. Per effetto di tale diminuzione, nel 2018 il loro valore ha superato di poco gli 800 milioni di euro utilizzati per la costruzione, manutenzione, acquisto di edifici o altri beni quali strade, porti, aeroporti e consolidamento di centri abitati. Tale condizione, continua a mettere in seria difficoltà le 23.410 piccole imprese di manifattura, costruzioni e trasporti, interessate allo sviluppo infrastrutturale sia come utilizzatrici delle opere pubbliche sia perché coinvolte nella loro costruzione e manutenzione, che danno lavoro a 64.340 addetti.
    E' quanto emerge dal rapporto "La caduta. Lo spread di investimenti pubblici e infrastrutture", elaborato dall'Ufficio studi Confartigianato Sardegna, su dati Istat, Mef e Agenzia per la Coesione Territoriale tra il 2009 e il 2017, in base al quale sono stati analizzati la spesa pro capite delle amministrazioni locali, livello e dinamica della Spesa pubblica per beni e opere immobiliari, la variazione degli occupati nelle Costruzioni sottostante ai minori investimenti pubblici, i tempi di realizzazione delle opere e i "tempi morti" causati dalla eccessiva burocrazia.
    "Questi dati confermano come le richieste delle imprese siano fondate ovvero come sia necessario finanziare e realizzare le infrastrutture in tempi ragionevoli e certi - commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna - perché si è perso troppo tempo e nessuno può pensare di imbalsamare l'Isola e l'intero Paese ovvero bloccare tutto il sistema intermodale di trasporto, merci e persone, i collegamenti con porti e aeroporti".
    Nell'isola la spesa per beni e opere immobiliari è composta per circa due terzi (68,2%) da quella delle Amministrazioni locali e regionali e per il restante 31,8% da quella delle Amministrazioni centrali. (ANSA).
   

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