Asili nido, nell'Isola pochi posti

Sardegna
@ANSA

28,8 posti ogni 100 bambini mentre l'Europa chiede 33 su 100

 Pochi posti disponibili negli asili nido, per lo più offerti da strutture private, e costi che lievitano considerevolmente per le famiglie che hanno bisogno di sistemare i loro bambini (+43% in tre anni). Pur collocandosi in buona posizione rispetto alle altre regioni italiane, la Sardegna non raggiunge gli standard richiesti dall'Europa per i servizi per l'infanzia. E' la fotografia fornita da un recente report del centro studi della Cna Sardegna sui servizi per l'infanzia in Sardegna. Nell'anno scolastico 2016/2017 sono stati censiti nella nostra regione 386 servizi socio-educativi per l'infanzia, per una offerta complessiva di 9.613 posti, il 58,8% dei quali in strutture private. La dotazione complessiva della Sardegna è di 28,8 posti per 100 bambini di età compresa tra 0 e 2 anni, superiore al valore medio nazionale (24,0) ma ancora inferiore alla dotazione standard prevista nel Consiglio europeo di Barcellona: 33 posti ogni 100 bambini.

L'aspetto peculiare della Sardegna è la netta prevalenza dell'offerta privata su quella pubblica: 5.654 posti in strutture private, pari al 58,8% dell'offerta complessiva, una quota notevolmente superiore a quella delle regioni settentrionali (46,9%), ma anche al dato nazionale (48,7) e a quello del Mezzogiorno (52,2%).

L'ammontare della spesa complessiva per l'anno scolastico 2016/2017 è stata pari a 21,6 milioni di euro, in netta riduzione rispetto ai livelli del 2012/2013 (-19,2%): questa riduzione ha però riguardato soltanto la componente pubblica (-23,7%), mentre l'ammontare del contributo delle famiglie ha registrato un netto aumento (+9,2%). La quota di partecipazione delle famiglie, quindi, è passata dal 13,6% al 18,3% della spesa complessiva, registrando un allineamento alla media nazionale, rimasta ferma al 19,3%. Secondo Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, "le scarse opportunità di inserimento lavorativo per le donne, associate ad una offerta socio-educativa carente, sono tra le principali cause dello slittamento dei progetti di genitorialità delle giovani coppie".
   

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